Silvia Salis, ex campionessa di lancio del martello e vicepresidente vicaria del Coni, ha denunciato su Instagram un episodio che l’ha vista protagonista. Un tassista le avrebbe rifiutato il pagamento di 32 euro con il bancomat iniziando a urlare con arroganza:
È finita la pacchia delle banche, mi servono contanti, ora io posso fare come voglio.
Secondo l’ex atleta il tassista, pur avendo a disposizione il Pos, si sarebbe sentito legittimato a risponderle in questo modo.
Silvia Salis: “I tassisti per bene sono i primi ad essere danneggiati”
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Silvia Salis ha denunciato un tassista che l’ha accompagnata a Genova. L’uomo ha rifiutato un pagamento con il bancomat, pur avendo il Pos. L’ex sportiva ha obiettato e il tassista ha iniziato ad inveire e urlarle contro. Infine il suo racconto sui social si è così concluso:
È un peccato che soggetti del genere screditino una categoria fondamentale per il nostro Paese, fatta di lavoratori onesti, esposti a turni stancanti e a grandi rischi.
Sono i tassisti perbene, e non i clienti come me, i primi a essere danneggiati da questi episodi.
Gli effetti della norma: favorevoli e contrari
La manovra del centrodestra ha stabilito l’innalzamento della soglia minima per il pagamento con Pos a 60 euro. Di fatto e per legge i pagamento inferiori con carta potrebbero essere rifiutati dal commerciante ed esercente.
Questa norma se da una parte è stata accolta positivamente da politici come Salvini, il quale ha tacciato come “rompiballe” chi voglia pagare il caffè al bar con il bancomat, dall’altra la Corte dei Conti vede la norma non in linea con il Pnrr.
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