lunedì, 24 Febbraio 2025
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Suocera a 67 anni dona rene alla nuora malata: “Per me è come una figlia”

La storia di Debora e Annalisa dimostra come le ostilità tra nuora e suocera spesso siano dei luoghi comuni, e che ci sia ben altro.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Suocera “dona” rene alla nuora. Debora ha 44 anni e necessita di un trapianto. A salvarle la vita è Annalisa, la suocera 67enne che aderendo al programma di scambio chiamato “Deck” ha avuto accesso alla possibilità di ottenere un rene da un donatore.

Il rene della suocera è stato trapiantato a un altro paziente in lista d’attesa mentre a Debora è stato impiantato un altro rene compatibile. Ecco quanto scritto dalla nuora sui social per ringraziare la madre di suo marito del profondo gesto d’affetto che ha avuto nei suoi confronti:

Mi vuole bene come una figlia.

“Dona” rene alla nuora: l’iter prima del trapianto

dona rene alla nuora-suocera

La storia di Debora inizia 14 anni fa, quando a trent’anni scopre di avere una malattia autoimmune, la glomerulonefrite di Berger, patologia che altera i valori di sangue e urine e provoca insufficienza renale, che tende a degenerare.

La malattia però nel 2018, in seguito a un’influenza, si aggrava tanto che i medici iniziano a parlarle di trapianto. Debora fin da subito ha avuto l’appoggio della suocera, disposta a donare il rene alla nuora, da come ha spiegato al quotidiano Il Gazzettino:

È stato allora che mia suocera mi ha guardata in faccia e non ha avuto dubbi.

Le due donne per due anni si sono sottoposte a esami specifici per valutare se Annalisa potesse essere una donatrice compatibile. Ma all’ultimo step è emersa la non compatibilità, in quanto gli antigeni di Debora erano talmente alti da rischiare di rigettare il rene della suocera. La 44enne ha raccontato che in quel momento le “è caduto il mondo addosso”.

Nel 2018 però Debora, in cura nel Centro trapianti di rene e pancreas dell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova, diretto dal professor Paolo Rigotti, decide di partecipare al “Deck”, programma che le salverà la vita. Si tratta di un’organismo strutturato in modo tale da permettere alle persone in difficoltà di trovare donatori ma allo stesso tempo “offrire” donatori compatibili con altri.

Debora ha potuto così ricevere un rene da un donatore morto e la suocera donare il proprio, aiutando un altro paziente.

Leggi anche: Va in ospedale a partorire e scopre di essere di nuovo incinta: “Due bambini a 11 mesi di distanza”

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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