Questa mattina, 9 novembre, il terremoto ha colpito il centro Italia. Diverse scosse, di cui due molto forti di magnitudo 5.5 e 5.2, hanno avuto luogo al largo della costa marchigiana. Le scossa sono state avvertita a Fano e Pesaro, ma anche in un’area ampia dell’Italia centro-settentrionale, compresa la Capitale.
Molti sono gli utenti sui social che hanno associato l’evento sismico alle trivellazioni in Adriatico, volute dal Governo Meloni che intende liberare alcune estrazioni di gas italiano. A sostenere questa idea è stata anche Eleonora Evi, deputata e co-portavoce dei Verdi. La parlamentare ha scritto così su Twitter, facendo espressamente riferimento all’esecutivo in carica:
Vuole ricominciare con le trivelle.
Non solo è idea assurda per crisi climatica gravissima in atto ma anche per i potenziali danni ambientali sul piano della sicurezza in una area sismica.
Per valutare però se vi sia un collegamento fra i due eventi è necessario sentire il parere degli esperti, anziché accusare senza conoscere le cause.
Terremoto nelle Marche collegato alle trivelle: il parere degli esperti
L’epicentro del terremoto di oggi si trova nel mare, a 30 kilometri dalla costa marchigiana della provincia di Pesaro-Urbino, a una profondità di 7-8 chilometri. Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, ha spiegato ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Rai 1 come non vi sia alcuna correlazione tra il terremoto e le trivellazioni:
Mi sento assolutamente di dire che non c’è nessuna correlazione. La semplice trivellazione non dà eventi di questo tipo.
Una magnitudo così forte è impensabile che possa essere legata trivellazioni.
Per il geologo in definitiva “la profondità dell’epicentro e l’intensità della scossa principale non si accordano con quelle di un terremoto indotto da attività antropiche per l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi in mare, per quanto visto finora a livello internazionale”.
Non si tratta di trivelle ma di sovrapposizione di placche
Dello stesso parere anche Carlo Meletti, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che ha spiegato a Wired.it come il terremoto di questa mattina abbia tutte le caratteristiche tipiche di un sisma naturale dell’area costiera adriatica. Ha spiegato l’esperto:
Stiamo parlando di una zona sismica ben nota, nella quale già in passato si sono registrati terremoti di intensità simile, talvolta anche superiore, a quello odierno.
In quest’area la porzione più avanzata dell’Appennino si sovrappone alla placca adriatica: una zona di convergenza in cui due placche si accavallano una sull’altra dando origine a terremoti di tipo compressivo.
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