I vaccini italiani per la lotta al coronavirus passano per il Lazio con tre imprese biotecnologiche come ReiThera, Takis e Irbm.
Le prime due operanti nel distretto tecnologico di Castel Romano, mentre la terza è a Pomezia, nell’ex stabilimento del colosso farmaceutico Merck&Co. Vediamo a che punto sono.
Vaccini italiani, a che punto è ReiThera
Tra i vaccini italiani c’è ReiThera, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma, ha già completato la Fase 1 e va verso la fase 2.
Il vaccino italiano Reithera è monodose e si basa su un vettore adenovirale, lo stesso metodo utilizzato da AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, alla presentazioni dei risultati della fase 1 ha spiegato che su 100 persone, 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza:
Il vaccino non ha avuto alcun avvento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni, un risultato migliore rispetto a Moderna e Pfizer che hanno avuto effetti indesiderati.
Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante ed il vaccino è ad una sola dose.
La Commissione europea ha approvato l’aiuto di Stato italiano da 40 milioni di euro, da destinare alle attività di ricerca e sviluppo dell’impresa biotecnologica ReiThera. A settembre potrebbero essere disponibili 100 milioni di dosi.
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Vaccini italiani, a che punto è Takis
Tra i vaccini italiani c’è anche Takis sviluppato in collaborazione con la Rottapharm Biotech di Monza.
Il vaccino Takis usa una piattaforma a Dna e viene inoculato con un elettroporatore. Marina Cazzaniga, direttore del centro di ricerca, ha spiegato il perché dell’elettroporatore:
Lo scorso dicembre abbiamo condotto uno studio con l’elettroporatore: volevamo testare i sintomi della procedura, per poter fornire poi ai soggetti che saranno arruolati nella sperimentazione i maggiori dettagli possibili io stessa mi sono sottoposta alla procedura, per essere in grado di spiegare al meglio cosa si prova.
Vaccini italiani, il 21enne Luca Rivolta è il primo volontario a testare Takis
Tra i vaccini italiani, Luca Rivolta, 21 anni, cuoco di Monza, è stato il primo volontario a testare il vaccino ideato da Takis in collaborazione con Rottapharm biotech. Gli è stata somministrata una dose da 0,5 mg di “e-Vax”.
Luca è rimasto in osservazione al San Gerardo di Monza dopo aver ricevuto la prima dose, e, in un’intervista a Repubblica, ha raccontato perché ha deciso di candidarsi volontario:
Ho deciso di candidarmi perché credo che in questo periodo tutti debbano dare una mano e cercare di limitare i danni.
Paolo Bonfanti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Gerardo, ha spiegato che il vaccino Takis potrebbe essere molto importante in futuro perché c’è la possibilità di modificarlo adattandolo alla emergenza di varianti del virus non sensibili ai vaccini attuali.
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