Allo scoccare della mezzanotte di ieri, è entrato in vigore il nuovo Dpcm. Sull’attività di palestre e piscine la maggioranza si è spaccata con il ministro della Salute Roberto Speranza a favore della chiusura da una parte, e il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che si è battuto per mantenere l’apertura dall’altra. Il governo ha quindi deciso che palestre e piscine rimarranno aperte, ma saranno sotto esame per una settimana. Le strutture, ha annunciato il premier Conte, avranno sette giorni di tempo per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. In caso di mancato rispetto delle linee guida si procederà alla chiusura. Di seguito, tutto quello che c’è da sapere.
Palestre e piscine: ancora sette giorni di tempo per adeguarsi
La Federazione Medico Sportiva Italiana conferma quanto annunciato dal premier Conte. Le attività di palestre e piscine sono ancora consentite, ma “nel rispetto delle norme del distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana” si legge nella bozza. Le strutture, in quanto spazi chiusi, dovranno quindi seguire regole dettagliate. Meglio per le zone di allenamento all’aperto.
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La prenotazione per accedere
Come già accade per molti esercizi pubblici, per accedere alle palestre sarà obbligatoria la prenotazione. All’ingresso è prevista la registrazione comunicando nome, cognome, indirizzo, telefono e, ove richiesto, numero del documento di identità. Una misura necessaria a garantire il tracciamento in caso di eventuali contagi. Gli elenchi saranno conservati dalle palestre per due settimane.
Come organizzare gli spogliatoi
Spogliatoi, servizi igienici e docce dovranno essere frequentemente igienizzati e organizzati in modo tale da garantire il distanziamento fra gli sportivi. Sarà possibile ricorrere ad apposite barriere di separazione fra un piatto doccia e l’altro o fra le sedute, ma gli accessi dovranno essere comunque regolamentati. Alcune strutture potrebbero anche richiedere agli utenti di presentarsi già in tenuta di allenamento proprio per scongiurare assembramenti negli spogliatoi.
Palestre: macchinari costantemente igienizzati
I macchinari in dotazione delle palestre dovranno essere distanziati e igienizzati dopo ogni utilizzo. Gli sportivi non potranno muoversi a meno di due metri dalle altre persone e dovranno aver cura di disinfettare le mani con appositi igienizzanti a ogni utilizzo del macchinario.
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Le lezioni collettive
Le lezioni collettive saranno consentite soltanto ove la grandezza degli ambienti lo permetta. È vietata la condivisione di accappatoi, asciugamani, saponette o bottigliette d’acqua. Gli indumenti non potranno essere appesi alle panche, ma dovranno invece essere custoditi negli armadietti, regolarmente igienizzati, e chiusi nella propria borsa.
Le regole per la piscina
Per quanto riguarda gli allenamenti privati, o il nuoto libero, in vasca dovrà essere garantito un distanziamento di almeno 7 metri quadrati a persona. È prevista la registrazione degli utenti all’ingresso. Negli spogliatoi le piscine dovranno rispettare le stesse precauzioni delle palestre. Doccia dopo il nuoto, ma anche prima di entrare in acqua, e con il sapone. È vietato soffiarsi il naso, sputare e urinare in vasca. Sull’acqua verranno effettuate analisi chimiche e microbiologiche ogni 30 giorni.
Niente pubblico sugli spalti, se non per le competizioni riconosciute dal CONI, dal Comitato Italiano paralimpico e dalle rispettive federazioni. Oppure organizzati da organismi sportivi internazionali. In questi casi comunque, la presenza del pubblico non dovrà superare il 15% della capienza totale degli spazi, con un numero massimo di 200 spettatori nelle piscine al chiuso, 1000 in quelle all’aperto. Anche in questo caso si dovrà prenotare in anticipo per l’assegnazione del posto a sedere, rispettare la distanza di un metro con il vicino ed è obbligatorio l’utilizzo della. All’ingresso verrà misurata la temperatura.
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