Se già prima della pandemia quando eravamo spensierati ci faceva sbellicare con le sue vignette, Federico Palmaroli, il geniale inventore di “Le più belle frasi di Osho“, ora più che mai è il balsamo che rende meno amare le nostre giornate.
La buona notizia è che ci viene in soccorso per sollevarci dall’incubo del Covid con un nuovo libro. Lo ha presentato ieri in una diretta facebook, è in formato orizzontale e riporta in copertina la celebre vignetta che ritrae Giuseppe Conte minaccioso a cui fa dire “Vedi de fa poco o spiritoso“. Una frase che è anche il titolo di questa nuova raccolta edita da Rizzoli, in cui si possono sfogliare le più divertenti uscite di un anno che va da ottobre 2019, i tempi del Papete e della caduta del governo giallo-verde, ad ottobre del 2020.
Gag e risate in diretta su facebook
Tutt’altro che poco spiritosa è stata la presentazione del nuovo libro di Osho, in barba alla fanta-minaccia di Conte in copertina. Organizzata da Utopia Lab, è andata live su diverse piattaforme social, tra cui facebook. Federico Palmaroli ha scambiato battute e risate per circa un’ora con il direttore del Tg La7 News Enrico Mentana, Ernesto Di Giovanni di Utopia Lab e il giornalista e conduttore di Sky TG24 Alessio Viola, moderatore dell’evento.
Non si è parlato solo del libro ma anche dell’evoluzione del fenomeno Osho e del suo autore. Federico Palmaroli ha svelato il processo creativo che lo porta a comporre le sue vignette e quali siano i personaggi politici che gli offrono più spunti. Non è mancato il racconto di quando Salvini lo aveva bloccato su Twitter o di quando una gigantografia di una sua vignetta con Osho che dice “Ciò che non t’uccide te rompe li cojoni” campeggiava in un resort indiano ad un evento di ignari seguaci del santone vero.
Tutto è cominciato nel 2015
Il nuovo Osho, quello nostro, quindi é Federico Palmaroli. “Me ce chiama pure mi madre” ha detto una volta ospite di Marco Liorni. Deve il suo soprannome alla figura del guru indiano che ha scatenato la sua ironia e su cui ha costruito il suo successo facendogli dire frasi in romanesco. Era il 2015 e Palmaroli spiega la scelta di quel personaggio:
E il contrasto tra l’altezza del personaggio e la semplicità e la quotidianità delle sue uscite in romanesco è stata la miccia che ha acceso il successo dell’Osho nostrano. In un certo senso Federico Palmaroli ha fatto diventare quel santone indiano un po’ il Pasquino del XXI secolo, un Pasquino digitale che non pronuncia slogan di protesta come quello antico romano ma dice frasi che appartengono alla vita di tutti i giorni, stereotipi di tutti.
L’evoluzione
Il filone delle foto di Osho però ad un certo punto è dovuto finire. Palmaroli ha cambiato rotta e ha virato verso la satira politica. Ha preferito non doversi trovare in conflitti fastidiosi con i seguaci del santone che ad un certo punto gli avevano intimato di non usare più le foto del loro guru.
Ha raccontato che è stato un momento critico ma che comunque prima o poi quella vena si sarebbe esaurita. Parlando della nuova sfida poi ha spiegato che con la satira politica è un po’ più complicato perché oltre a dare voce alle foto bisogna anche raccontare un fatto. A giudicare dal successo delle sue vignette sulle pagine de Il Tempo e sulle sue pagine social, sembrerebbe che la sfida la abbia vinta, eccome.
Mentana è un seguace di Osho
Il fan numero uno di Federico Palmaroli è Enrico Mentana. Lo ha dichiarato lui stesso. Il direttore del Tg La7 News infatti durante la presentazione del libro ha esordito dicendo:
L’irresistibile leggerezza di Osho
Le vignette di Osho non si possono raccontare, lo hanno detto in coro i tre professionisti intervenuti alla diretta facebook. Se vengono raccontate, perdono tutto. Bisogna trovarcisi di fronte e così arriva il colpo di fulmine, secco ma che alleggerisce, che solleva.
È un’esperienza intima che va fatta in maniera diretta, senza intermediari, per far riecheggiare nell’immaginazione uditiva le voci dei personaggi quando pronunciano le frasi che Federico Palmaroli mette loro in bocca. È un esercizio virtuoso di immaginazione surreale che nutre buonumore, anima e cervello.
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