“Ora Stefano può riposare in pace”: 12 anni ai due carabinieri che uccisero Cucchi

Martina Mugnaini
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
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Stefano Cucchi fu pestato e ucciso da due carabinieri. Questa è la sentenza definitiva della Corte d’assise di Roma. Un sentenza che arriva dopo dieci anni, dall’ottobre 2009, quando il 33enne fu arrestato a Roma per droga e fu restituito senza vita alla famiglia una settimana dopo. Gli occhi sono tutti puntati sui due carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo che durante il fotosegnalamento picchiarono Stefano tanto violentemente da portarlo una settimana dopo alla morte. La condanna è di 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Per Francesco Tedesco, l’imputato che nel 2018 decise di parlare e di raccontare quanto aveva visto nella caserma Casilina, le accuse cadono. Una doppia vittoria: lo stesso giorno, si è svolto il processo in Appello dove erano imputati cinque medici: per quattro è stata dichiarata la prescrizione del reato di omicidio colposo e il quinto è stato invece assolto. Una vittoria di Stefano ma una vittoria anche di chi non si è mai arreso, Ilaria Cucchi si è stretta commossa in un abbraccio ai suoi genitori, Rita e Giovanni, e al legale Fabio Anselmo affermando con gli occhi lucidi:

Mio fratello è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da dieci anni. Forse ora potrà risposare in pace.

Il generale Giovanni Nistri, comandante generale dei carabinieri, ha affermato:

Abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Roma che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’Istituzione.

Il baciamano del carabiniere a Ilaria Cucchi

Subito dopo la sentenza, si è avvicinato a Ilaria e le ha fatto il baciamano: “L’ho fatto perché finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia” ha affermato il militare mentre accompagna i genitori di Stefano, anche loro commossi, fuori dall’aula di Rebibbia dove si è svolto il processo.

Un po’ di sollievo dopo 10 anni di dolore e di processi non veri.

Ha parlato così Rita Calore, madre di Stefano Cucchi dopo la sentenza di condanna dei due carabinieri abbracciando il marito. La figlia Ilaria ha poi aggiunto:

Ci sono voluti 10 anni per dire che Stefano non è morto di suo, per dire che non è caduto dalle scale ma che è morto perché ammazzato di botte. Ringrazio tutti gli uomini per bene delle forze dell’ordine.

Leggi anche: Diritto a morire, storica sentenza della Consulta sul caso Dj Fabo   di Martina Mugnaini

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Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
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