Dopo le polemiche a seguito della frase pronunciata a porte chiuse ― C’è troppa frociaggine ― Papa Francesco ha risposto a una mail, in cui invita un giovane ragazzo gay a seguire la sua vocazione. Il suo nome è Lorenzo Michele Noè Caruso, come riporta “Il Messaggero”, ha 22 anni ed è rimasto molto deluso per le parole del Pontefice sugli omosessuali.
Il 28 maggio, però, ha deciso di inviargli una mail in cui raccontava la sua storia, e della sua esclusione dal mondo ecclesiastico proprio per il suo orientamento sessuale. Il primo giugno, inaspettatamente, è arrivata la risposta di Papa Francesco: “Grazie tante per la tua e-mail. Mi ha colpito una tua espressione, ‘Clericalismo tossico ed elettivo’. Ed è vero. Lo sai che il clericalismo è una peste? […] Gesù chiama tutti, tutti. Alcuni pensano alla Chiesa come una dogana […] La Chiesa deve essere aperta a tutti“.
Il Pontefice ha poi invitato il giovane a seguire per la sua strada: “Fratello, vai avanti con la tua vocazione. Prego per te, per favore fallo per me […] Che il Signore ti benedica e la Madonna ti custodisca. Fraternamente, Francesco”.
Cosa ha scritto il giovane Lorenzo nella mail a Papa Francesco?
Il 22enne Lorenzo Michele Noè Caruso nella mail a Papa Francesco ha rivelato come si è avvicinato alla fede, come ha sentito la chiamata del Signore e lo sconforto per la sua esclusione dalla Chiesa perché gay: “Spero che questa mia lettera sia arrivata fino a lei. Vorrei portare alla sua attenzione la mia storia e quella di molti che, come me, vivono ai margini della Chiesa, costretti spesso a nascondersi per essere esclusi dalle comunità, o costretti a pagare la sincerità con il caro prezzo del rifiuto”.
Lorenzo non ha rinunciato all’idea di entrare in seminario e nella mail inviata a Papa Francesco ha ribadito la ferma volontà di “essere un servo di Dio”, facendo una particolare richiesta: “Chiedo che si possa rivedere la circolare che si occupa del divieto all’ammissione al seminario delle persone omosessuali. Molti giovani si sentono smarriti in una Chiesa che spesso sembra essersi legata a un clericalismo tossico ed elettivo, dove solo alcuni meritano di essere accolti e dove altri sono esclusi come falsi cristiani”.
La storia di Lorenzo
Lorenzo aveva raccontato qualche giorno fa la sua storia a “Il Messaggero”: “Nella diocesi di La Spezia ho vissuto la dicotomia tra la mia vita normale dove nella società potevo essere me stesso e la mia vita nella chiesa dove invece non era permesso. […] Ho iniziato il percorso per entrare in seminario, la mia sessualità era chiara, ma anche la mia strada“.
E proprio quella frase pronunciata da Papa Francesco sui seminaristi gay lo aveva lasciato interdetto e amareggiato: “La frase di Papa Francesco mi fa rabbia e tristezza, dopo tanti passi avanti. Assurdo l’uso di quel termine orribile. L’unica fortuna è che la Chiesa della persone è diversa dalle idee che escono dal Vaticano”.
Ma Lorenzo non si arrende, motivo per cui lo scorso 28 maggio ha deciso di scrivere una mail proprio al Pontefice: “Molte persone per paura tacciono, ho scelto la verità. E non mi arrendo, continuo a combattere per una Chiesa più aperta, di tutti”.
Nonostante la delusione iniziale ieri al “Messaggero” ha rivelato di essersi sentito sollevato dopo la risposta di Papa Francesco alla sua mail: “Che bella risposta la sua, fa capire chi è il Papa vero, non è quello che hanno fatto credere. Questa lettera mi dà speranza […] Mi ha detto continua con la tua vocazione, e non ‘Ci sono altre strade'”.
Leggi anche: Papa Francesco, la frase incriminata, le scuse, i commenti di Cerno e Maesi
