Perché l’UE ha aperto un’indagine su Apple?

La Commissione Europea avvia un procedimento per non conformità nei confronti di Apple: ecco tutti i motivi.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Secondo la Commissione Europea Apple violerebbe il DMA, il Digital Markets Act, il regolamento del mercato digitale valido nell’UE, motivo per cui ha dato il via a un’indagine. Ma qual è il motivo? Alcune regole dell’App Store impedirebbero agli sviluppatori di app di informare e indirizzare i clienti verso canali alternativi di acquisto, sia per quanto concerne i contenuti sia per offerte più economiche.

La Commissione Europea ha ritenuto necessario intentare tale azione contro Apple, poiché i suoi nuovi requisiti contrattuali per i developers e gli App Store ― inclusa la nuova Core Technology Fee che include una tariffa di 0,50 centesimi per app installata ― non rispettino il regolamento del DMA. Sarà presa una decisione definitiva entro 12 mesi dall’apertura del procedimento per non conformità.

Cosa sostiene la Commissione Europea nei confronti di Apple?

La Commissione Europea, in una nota ufficiale, rende noto che gli sviluppatori di Apple non possono fornite informazioni sui prezzi all’interno delle app e nemmeno informare i clienti di offerte disponibili su un qualsiasi prodotto su canali alternativi.

Ecco quali sono i termini commerciali di Apple, come riporta “Tgcom”: la società consente di indirizzare i propri consumatori solo attraverso il link-out. Gli sviluppatori inseriscono nell’app da loro progettata un collegamento che instrada il cliente verso una pagina web sulla quale può portare a termine un contratto.

Con il link-out, però, Apple mette in atto alcune restrizioni, tale per cui gli sviluppatori non possono comunicare e promuovere altre offerte ai clienti. Secondo quanto afferma il DMA, invece, i developers che distribuiscono i loro prodotti tramite l’App Store devono lasciare totale libertà di acquisto ai consumatori, permettendo loro di confrontare altre offerte più economiche.

Cosa afferma la vicepresidente della Commissione Europea sull’indagine?

La vicepresidente della Commissione europea con delega all’Antitrust, Margrethe Vestager, ha così affermato alla conferenza dell’European Competition Network: “Oggi è un giorno molto importante per l’efficace applicazione del DMA. Abbiamo inviato i risultati ad Apple. La nostra posizione preliminare è che Apple non consente completamente lo steering“.

Ecco cos’è lo steering: il termine indica che i clienti Apple devono essere in grado di confrontare applicazioni sui prezzi e offerte disponibili al di fuori dell’App Store, pratica che, secondo l’EU, la società non permette.

Margrethe Vestager ha poi aggiunto: “La direttiva è fondamentale per garantire che gli sviluppatori di app siano meno dipendenti dagli app store dei gatekeeper e che i consumatori siano consapevoli di offerte migliori. Abbiamo anche aperto procedimenti contro Apple in relazione alla sua cosiddetta commissione tecnologica di base e a varie regole per consentire al meglio il sideloading”.

Con sideloading, invece, si intende la possibilità di installare applicazioni su iPhone ― con l’aggiornamento di iOS 17.4 ― scaricate dal web e non direttamente dall’App Store. Anche in questo caso è stata l’UE a indirizzare Apple verso tale importante cambiamento, proprio nel rispetto del DMA.

La vicepresidente della Commissione europea ha poi così concluso: “La comunità degli sviluppatori e i consumatori sono desiderosi di offrire alternative all’App Store. Indagheremo per assicurarci che Apple non mini questi sforzi“.

Leggi anche: Perché TikTok potrebbe essere bandito per sempre in Europa?

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