Adamo Dionisi, noto soprattutto per aver interpretato il ruolo Manfredi Anacleti nel film e nella serie italiana Suburra, è venuto a mancare in seguito a una lunga malattia. La morte è avvenuta durante le prime ore del mattino del 20 ottobre nell’ospedale di Roma Fetebenefratelli. L’attore aveva 59 anni. Nella serie, Manfredi Anacleti era il boss della famiglia criminale rom. A piangerlo non è solo il mondo della televisione e del cinema italiano, ma anche il tifo laziale. L’attore infatti aveva fatto parte della tifoseria ultrà.
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Adamo Dionisi: la vita
L’attore nasce il 30 settembre 1965 a Roma nel quartiere Garbatella. L’attore non ha una vita tranquilla, al contrario prima di arrivare a diventare una star del cinema italiano, è passato per esperienze negative tra cui il carcere. Era entrato in contatto con la tifoseria ultrà della Curva Nord laziale, fino a diventare capo degli Irriducibili. Il suo passato da ultrà non è l’unico buco nero nel passato di Adamo Dionisi.
Nel 2001 finisce in carcere a Rebibbia dove è costretto a scontare una pena per questioni di droga. Ad arrestarlo fu la Digos. Proprio il carcere di trasforma in un luogo di riflessione e di avvicinamento alla recitazione e al cinema. Proprio grazie al suo percorso da detenuto era riuscito a scoprire le sue capacitò attoriali. Grazie ad alcuni progetti teatrali Dionisi ha trovato la sua vocazione, che non ha abbandonato una volta uscito di prigione.
Quella del 2001 non è l’unica esperienza d’arresto dell’attore. Infatti, il 7 dicembre 2017 viene stato arrestato nuovamente a Viterbo. Le ragioni dell’arresto sono legate alla distruzione di una camera d’albergo e all’aggressione dell’ex fidanzata. Venne processato per direttissima, ma chiese scusa e promise il risarcimento dei danni provocati alla struttura alberghiera.
Non solo l’esperienza del carcere
Nonostante i problemi con la legge, la vita di Adamo Dionisi è stata caratterizzata anche da esperienze positive, in cui l’attore si è avvicinato e ha aiutato i più fragili. Insieme all’associazione Casale Caletto aveva realizzato un progetto per far arrivare l’acqua corrente ad un campo nomadi all’estrema periferia est della città. Con la stessa associazione si era impegnato per la costruzione di un campo da calcio per far giocare i ragazzi sempre nella stessa zona.
Una vita divisa in due quella di Adamo Dionisi tra la criminalità e il desiderio di redenzione. Ad aver prevalso sembra essere la seconda strada. Infatti, a salutarlo all’ospedale sono arrivati anche i suoi allievi. L’attore teneva delle lezioni per i ragazzi più fragili, provenienti da ambienti criminali e con situazioni familiari instabili, così da aiutarli a non commettere gli stessi errori che aveva fatto lui in passato. In un intervista aveva dichiarato:
Sì, sono una persona diversa anche perché ho il terzo occhio, visto che sono stato nell’inferno carcerario.
Per questo adesso dedico parte della mia vita ad aiutare gli ultimi, come nella campagna di sensibilizzazione “Belli come il Sole” per i bambini detenuti.
La carriera da attore e il successo con Suburra
Adamo Dionisi inizia la sua carriera da attore nel 2008, con l’apparizione nel film Chi nasce tondo… diretto da Alessandro Valori, in cui recita anche Valerio Mastrandrea. Dopo aver interpretato qualche altro ruolo minore, come nel film del 2024 sulla vita di Pasolini, il grande successo arriva nel 2015 quando ottiene il ruolo di Manfredi Anacleti, il boss antagonista, in Suburra. Recentemente era apparso in Enea diretto da Pietro Castellitto.
Nel 2018 aveva recitato nel film di Matteo Garrone, Dogman. Nell’ultimo periodo, Dionisi stava lavorando alla realizzazione di due film. A piangerlo è tutto il mondo del cinema. Tra i suoi amici più stretti, che lo hanno anche visitato in ospedale in questi ultimi giorni ci sono Valerio Mastrandrea, Alessandro Borghi e Pietro Castellitto. I funerali si terranno nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, martedì 22 ottobre.
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