Bruno Vespa ha commentato ieri sera nella puntata di Cinque Minuti la scelta della Rai di non mandare più in onda il duello TV tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Il conduttore ha sottolineato anche come il confronto tra le due donne, la prima, presidente del Consiglio, la seconda, segretaria dem e capo dell’opposizione, avrebbe avuto “una portata storica”.
Inoltre, Bruno Vespa ha mostrato al pubblico alcune clip di trasmissioni TV, evidenziando il principio della par condicio negli anni scorsi: “Siamo andati a rinfrescarci la memoria con le elezioni politiche del 2001… Allora c’era la par condicio e il centro-sinistra era al potere, e abbiamo proposto una doppia prima serata a Porta a Porta, una con Berlusconi e una con Francesco Rutelli che era candidato come lui a Palazzo Chigi”.
Negli stessi istanti andava in onda il monologo di Benigni da Enzo Biagi contro il centro-destra, Marco Travaglio che si scagliava contro Berlusconi nel programma di Luttazzi e ancora i programmi ad personam di Michele Santoro.
Bruno Vespa è tornato a parlare del mancato duello TV tra Meloni e Schlein, che avrebbe avuto luogo a Porta a Porta il prossimo 23 maggio, anche al “Corriere della Sera”: “Tutta colpa della par condicio, legge nata per Berlusconi e che oggi non vale più“.
Bruno Vespa sulla scelta della Rai di non mandare in onda il duello TV
La presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, lo scorso aprile ha chiesto l’intervento dell’AGCOM in merito al confronto TV tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Nella lettera spedita all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Floridia ha posto l’accento sull’impegno della Rai, nell’adottare “la formula del confronto tra un numero di partecipanti compreso fra tre e sei, e di norma, se possibile, fra quattro partecipanti”.
Sulla base di ciò, quindi, la Rai non può organizzare un duello TV a due tra la premier e il capo dell’opposizione, ma devono essere presenti altri esponenti di altri partiti politici. Inoltre, solo 4 delle 8 liste rappresentante in Parlamento hanno accolto l’invito a essere presenti durante un confronto tra la premier e la segretaria del Partito Democratico.
Bruno Vespa, però, ha spiegato qual è il suo punto di vista sulla questione: “Deluso? Non tanto per me, ma non mi pare una vittoria della democrazia quando s’impedisce a una premier di confrontarsi con la leader dell’opposizione”. Ha poi chiamato in causa un episodio del passato: “Ho peccato di ingenuità, perché c’era un precedente che mi riguardava, il mancato confronto Letta-Meloni del 2022“
Ha poi aggiunto: “In quel caso è stato impedito anche quando era misto. La legge sulla par condicio ormai è un nonsenso che nessuna forza politica finora, è stata in grado di modificare. I partiti che erano favorevoli al confronto erano quattro e rappresentavano il 63,32% in Parlamento. Per l’AGCOM avrebbero dovuto essere almeno cinque. In quel caso il duello sarebbe passato anche se quei partiti avessero rappresentato, ad esempio il 30%. Non sta a me dire quale sia il criterio che deve prevalere”.
Bruno Vespa sulla legge della par condicio
Bruno Vespa ha ribadito più volte la sua posizione in merito alla legge sulla par condicio: “Ho rispetto per l’Autorità, che peraltro non mi ha mai sanzionato. […] Il clima di contrapposizione c’è sempre stato. La questione è che la legge sulla par condicio fu introdotta per impedire a Berlusconi di esercitare il suo potere sulle TV quando era premier. Oggi non ha senso“.
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