Tutto è cominciato a Napoli con il caffè sospeso: chi lo desiderava poteva pagare un caffè al bar senza consumarlo, in modo che potesse prenderlo qualcuno che non poteva pagare. Un gesto che univa cortesia e solidarietà e che dopo poco tempo ha preso piede in tutto il paese. Sono arrivati così il panino, il libro e persino il biglietto per il teatro sospeso. Adesso la generosità è passata al livello successivo: in alcuni ristoranti di Bologna è il momento del pasto sospeso, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra professionisti e volontari del centro storico. Ma se tenere da parte un caffè o un panino è una cosa semplice, come si fa a riservare un pasto a chi non può pagarlo? È semplice: organizzando una cena, un vero e proprio evento finanziato da chi desidera regalare una serata da ricordare a chi è in difficoltà. Leggi anche: Roma, il clochard gentile di Via Veneto trova lavoro e si commuove: “Grazie” L’idea è nata dalla collaborazione tra Camst, nota azienda di ristorazione collettiva, e Cucine Popolari, associazione di volontariato che si occupa in particolare di offrire pasti ai più bisognosi. Due sono i ristoranti dove l’iniziativa verrà messa in pratica: il C’entro e il Bass’otto, che oggi sembra riscoprire le sue origini visto che negli anni sessanta era nato proprio come mensa popolare.
Come fare per offrire una cena a chi non può pagarla
Un’iniziativa che tocca nel profondo le persone. Mi allarga il cuore pensare che, grazie a un semplice gesto, una famiglia che non si può permettere di andare al ristorante potrà farlo. In un momento in cui l’odio sembra prevalere, questo è un gesto di grande solidarietà verso chi ha bisogno.
di Marianna Chiuchiolo