É in arrivo su Netflix il 26 maggio il film su Roberto Baggio. Il protagonista che interpreta il ruolo di Baggio è l’attore Andrea Arcangeli, che ha raccontato di aver impiegato diversi mesi per prepararsi dal punto di vista fisico al ruolo di calciatore, oltre che allo studio su il personaggio.
Il regista è una donna, Letizia Lamartire, che si è detta soddisfatta del percorso fatto con Arcangeli. La colonna sonora del film è stata affidata a Diodato con l’inedito L’uomo dietro il campione.
Film su Roberto Baggio: “L’uomo dietro il campione”
Nel cast del film su Roberto Baggio, oltre ad Andrea Arcangeli abbiamo Andrea Pennacchi, nel ruolo di Florindo, il padre di Baggio. Antonio Zavatteri invece intrepreterà l’allenatore Arrigo Sacchi e il comico Martufello ricoprirà il ruolo dell’allenatore Carlo Mazzone. Ad interpretare il ruolo della moglie Andreina sarà Valentina Bellè.
La pellicola oltre a ripercorrere la carriera calcistica di Roberto Baggio lunga 22 anni, dagli esordi nella Lanerossi Vicenza passando per il rigore sbagliato che fece vincere il Brasile ai mondiali 2004, mette in risalto anche le difficoltà dell’uomo Baggio: gli infortuni, il difficile rapporto con i tifosi e con la famiglia e le difficoltà avute con alcuni allenatori.
Cosa fa oggi Roberto Baggio?
A breve sarà trasmesso su Netflix il film su Roberto Baggio e ci sorge spontanea una domanda: cosa fa oggi l’ex calciatore?
Baggio ha 54 anni e vive in un piccolo paese del Veneto, Altavilla Vicentina, con la moglie Andreina Fabbi, e i suoi tre figli.
Da diciassette anni non gioca più a calcio e ha lasciato definitivamente questo mondo quando il 23 gennaio 2013 ha dato le dimissioni da presidente del settore tecnico della Federcalcio.
L’ultima partita della sua carriera è stata Milan-Brescia, il 16 maggio 2004. A differenza di tanti suoi colleghi per Roberto Baggio lasciare il calcio è stato un sollievo. Ecco cosa ha raccontato ad Emanuela Audisio in una recente intervista su Venerdì:
Lasciare il calcio mi ha ridato vita e ossigeno, stavo soffocando, troppo male, dolore fisico, quando da Brescia rientravo a casa, non riuscivo ad uscire dall’auto, chiamavo Andreina, mia moglie, che mi aiutava ad aggrapparmi al tetto e poi a far passare il corpo.
Ho sempre saputo che il calcio aveva una fine. La gente si stupisce: come, non metti più gli scarpini, non ti viene voglia? No, e allora? Bisogna che ci mettiamo d’accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti?
Riguardo alla vita attuale si dice appagato:
Faccio la cosa più bella, sono a contatto con la natura, faccio dei lavori che mi danno grande soddisfazione. Mi accontento delle cose piccole ma sono quelle più belle, più vere alla fine.
Spacco la legna, uso il trattore e la sera sono così stanco che mi gira la testa. Totti non voleva smettere, io non vedevo l’ora. Ibrahimovic è della stessa pasta di Francesco.
Dopo tanti anni riceve ancora tante lettere da tutte le parti del mondo. E aggiunge:
É una cosa bellissima, sorprendente, perché sono passanti tanti anni.
Cosa vedono in Baggio dopo che il calciatore non esercita più? Forse la semplicità che mi ha sempre contraddistinto nella mia vita, forse questo apprezzano.
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