Gino Cecchettin è stato ieri ospite nello studio di Che Tempo Che Fa, entrando accolto da un lunghissimo applauso. Nella puntata del 10 dicembre il papà di Giulia ha voluto onorare ancora una volta il ricordo di sua figlia 22enne, incoraggiando tutti all’azione per arginare il fenomeno del femminicidio e indossando il fiocco rosso, simbolo contro la violenza sulle donne.
Dopo il suo ingresso, Fabio Fabio lo ha interrogato: “Nella lettera durante l’ultimo saluto a Giulia ti sei rivolto in primis agli uomini, dicendo che noi per primi dobbiamo essere agenti del cambiamento. Allora, dove ci consigli di cominciare?”. Secondo Gino Cecchettin è chiaro: dobbiamo iniziare “dal nostro credo più profondo”, dal linguaggio e dalle espressioni quotidiane.
Gino Cecchettin: “Nel patriarcato c’è idea di possesso. Dobbiamo eliminarla al più presto”
Gino Cecchettin ha rivelato da Fazio che si trova ora a combattere suo malgrado una battaglia di cui fino a poco tempo fa non era a conoscenza:
Io stesso quando leggevo di femminicidi, mi dispiacevo per la vittima e per i familiari, ma poi giravo pagina, come penso faccia la maggior parte delle persone.
Ma avendo vissuto un anno fa anche un altro lutto, quello di mia moglie Monica, sono mutato come uomo e tutti gli eventi che ho vissuto in questo periodo mi hanno portato a vedere il mondo sotto un altro punto di vista.
Fabio Fazio, poi, ha voluto precisare un dato: “Dalla morte di Giulia sono state uccise altre 5 donne”. Il femminicidio, ha continuato Gino Cecchettin, un problema serio:
Va affrontato nella maniera più drastica.
Patriarcato significa questo, c’è il concetto di possesso, la donna vista come proprietà di qualcun altro.
Usiamo espressioni come “Lei è la mia donna”. No, è tua moglie, la tua compagna.
Sembra una frase innocua, ma non lo è affatto.
Dobbiamo iniziare a cambiare questa idea, e anche il modo di intraprendere una visione della società.
Gino Cecchettin: “Per chi ha conosciuto Giulia, voglio fare come lei, non provo odio”
Il papà di Giulia ha confessato di aver subìto un percorso di cambiamento, già dopo la morte di sua moglie, ma non è l’odio il sentimento che prova:
Ho iniziato a piangere per Giulia già da domenica, perché un padre certe le cose le sente, e viene quasi normale provare rabbia e odio.
Ma chi conosce Giulia lo sa com’era mia mia figlia e mi sono detto che volevo essere come lei. Allora ho concentrato la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l’odio e la rabbia.
Inoltre, è consapevole che “questo ragionamento può sembrare troppo razionale, ma alla fine è molto umano, ma voglio amare, non voglio odiare, comunque l’odio ti porta via energia”. Adesso, ha aggiunto:
Mi trovo senza una moglie e senza una figlia. Devo ringraziare mia moglie Monica per avermi fatto conoscere l’essenza dell’amore.
Lei mi ha insegnato molto, e il mio rapporto verso i miei figli in questi mesi è molto cambiato, ho imparato a dir loro quanto gli voglio bene e adesso ho la possibilità di gridare il messaggio d’amore che arriva anche Oltralpe, dobbiamo fare tutti qualcosa.
Elena ha centrato davvero il punto quando ha parlato di patriarcato e la sosterrò in tutte le sue battaglie.
“Dite ‘Ti amo’ alle vostre compagne, non ti voglio bene”
Quasi alla fine del suo prezioso intervento Fabio Fazio ha chiesto a Gino Cecchettin quale altro consiglio volesse dare al pubblico e il papà di Giulia ha espresso una precisa richiesta: “Vorrei invitare i maschi a dire ‘Ti amo’ a fidanzate, compagne e mogli, non ti voglio bene, ‘Ti amo’. Ditelo spesso, sempre, ogni volta. Fatelo anche in questo momento. Vi chiedo solo questo”.
Leggi anche: Gino Cecchettin ai colleghi: “Sto pensando a un impegno civico, mi prendo una pausa dal lavoro”