L’Assemblea dei Cdr ― Comitati di redazione ― e dei fiduciari della Rai contestano “la volontà di trasformare il Servizio Pubblico nel megafono dei partiti, esprimendo preoccupazione per la situazione di stallo in cui versa l’azienda, in quanto l’informazione risulta la grande assente nel Piano Industriale.”, come si legge sul sito ufficiale di USiGRai, l’Unione Sindacale Giornalisti Rai.
Il documento approvato afferma: “Mentre da un lato si registra la fuga di alcuni dei volti noti della Rai verso altri competitor – con inevitabili ripercussioni anche sugli ascolti e sui bilanci aziendali – dall’altro non si difende l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica“, e si ritiene necessaria una “missione internazionale sulla libertà di stampa nel nostro paese”.
Cos’altro sostiene l’Assemblea dei cdr e dei fiduciari della Rai?
L’Assemblea chiede delle linee guida chiare sull’impatto del digital media sul modo in cui i giornalisti conducono il loro lavoro:
Nei gruppi di lavoro ‘Ottimizzazione offerta editoriale’ ed ‘Evoluzione competenze ed interventi organizzativi’ non ci sono giornalisti, e per ora gli unici interventi […] sono quelli che prevedono lo smembramento della Radio, con Gr Parlamento e la redazione sportiva che verrebbero assegnati rispettivamente a Rai Parlamento e Rai Sport, svuotando di fatto Radio1 dalla sua vocazione all news basata su informazione e sport, senza alcun vantaggio per la testata o per l’azienda.
Sono oltre 100 le uscite non sostituite negli ultimi anni, con conseguenti maggiori carichi di lavoro a fronte di un aumento dei prodotti informativi.
Il ricorso a procedure concorsuali nei programmi
L’Assemblea, inoltre, insiste sulla decisione della Rai di non voler dar vita a una selezione pubblica per i propri dipendenti:
Il fatto che la Rai abbia più volte ribadito di non voler procedere ad una selezione pubblica impedisce alle colleghe e ai colleghi della Tgr di potersi trasferire per ricongiungersi con i familiari o per legittime ambizioni professionali.
Al contempo i trasferimenti delle colleghe e dei colleghi dai generi ai nazionali, in assenza di graduatorie concorsuali, agevolano le cosiddette ‘prime utilizzazioni’ a chiamata diretta nei programmi, mentre il codice etico Rai impone il ricorso a procedure concorsuali o comunque a criteri oggettivi di selezione.
La disdetta dell’accordo sul premio di risultato
Inolre, nel documento si pone l’accento anche sulla disdetta sul premio di risultato, “con la motivazione di volerlo allineare a quello delle altre categorie professionali”.
Ma cosa significa ciò? La Rai prevederebbe una parte fissa come per tutti gli altri dipendenti, legando “l’erogazione ai risultati di ascolto generali e non più a quelli delle maggiori edizioni dei telegiornali”, come invece accordato in precedenza.
Questo implicherebbe un taglio alle retribuzioni dei giornalisti a causa di “sprechi e le eventuali scelte editoriali” che si sono rivelate non fruttuose e poco efficaci.
A tal proposito, questi ultimi, che non hanno approvato le nuove regole della par condicio ― che elimina il contraddittorio dalle interviste e dai talk ― potrebbero scioperare: l’Assemblea dei Cdr ha proclamato con 8 voti favorevoli “lo stato di agitazione e affidato al sindacato un pacchetto di cinque giorni di sciopero”.
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