Lino Banfi si racconta al “Corriere della Sera”, dalla sua carriera all’amore per sua moglie Lucia scomparsa lo scorso febbraio, e all’incontro con Totò, avvenuto poco prima che iniziasse la sua carriera:
Lavoravo nel teatro di Graziano Jovinelli, che mi mandò da Totò con una lettera di presentazione: ‘Ma mi raccomando, non la aprire, non leggere quello che scrivo di te’.
Io ovviamente aprii la lettera, con il trucco del vapore, e la lessi. C’era scritto: ‘Caro Totò, hai davanti un giovane di talento, che non si smarrisce nei congiuntivi’.
Totò mi chiese: ‘Come ti chiami?’ E io: ‘Pasquale Zagaria, in arte Lino Zaga’. E lui: ‘Non va bene, lo devi cambiare’.
Gli chiesi perché. E lui: ‘Abbreviarsi il nome porta bbuono, guarda me che mi chiamo Antonio. Ma abbreviarsi il cognome porta malissimo’.
Lino Banfi: “Ecco perché ho scelto questo cognome”
Suo padre lo vedeva già cardinale o addirittura Papa, ma Lino Banfi ha iniziato con il ruolo Il figlio ingrato: “Quello che doveva inginocchiarsi e baciare le mani dello Zappatore” per poi continuare con l’avanspettacolo:
Quando venivano le compagnie, nell’intervallo il pubblico scandiva il mio nome: Zagaria-Zagaria…
Io salivo sul palco con una calza della mamma in testa, e imitavo ad esempio Don Marino Barreto, Nat King Cole, Armstrong… Un giorno l’impresario mi propose di seguirlo.
E ha svelato perché ha scelto questo nuovo cognome, seguendo il suggerimento di Totò:
Raccontai tutto al mio impresario, che era pure maestro elementare. Lui aprì il registro di classe e lesse alla prima riga: Aurelio Banfi.
Gli ho rubato il cognome, e non l’ho mai conosciuto, mi piacerebbe incontrarlo…
Eravamo in trattoria, e brindammo a Lino Banfi. L’oste si unì al brindisi.
Lino Banfi: “Sophia Loren mi disse, ‘Dobbiamo lavorare fino all’ultimo respiro”
Lino Banfi ha raccontato alcuni aneddoti su dei suoi colleghi, tra cui Franco e Ciccio:
Ogni tanto litigavano e ognuno minacciava l’altro: ti lascio e mi metto con Lino Banfi!
Una volta accadde davvero: nel 1979 a Ciccio venne un’ulcera e io partii al suo posto con Franco per l’America, c’erano anche Rosanna Fratello e Bobby Solo.
Di notte mi svegliavo per vedere il mio nome che lampeggiava sull’insegna del Madison Square Garden.
Ha definito Paolo Villaggio un “cialtrone”, perché “quando giravamo i Pompieri con Boldi e De Sica, diceva, ‘Offriamo la cena pure a quelli del tavolo vicino, poi se ne andava. E dovevamo pagare noi, per lui e per i vicini‘”, Peppino De Filippo lo definiva “‘na bella bestia da palcoscenico” e Sophia Loren un giorno lo aveva chiamato per fargli i complimenti “per una fiction sui bambini che l’aveva commossa. ‘Nuie simme ciucci ‘e fatica’ mi spiegò. ‘Dobbiamo lavorare sino all’ultimo respiro'”.
Lino Banfi e l’amore per sua moglie Lucia
Non manca mai di sottolineare l’amore per sua moglie Lucia:
Era nata Rosanna. Non avevamo una lira. All’asilo mi dicevano: “la bambina deve mangiare la carne, se non diventa rachitica”. Questa parola, mi rigira ancora dentro.
Così andai da Iannuzzi, senatore di Canosa. Mi ha trovato un posto da fattorino in banca, con la prospettiva di essere promosso usciere.
Basta con l’avanspettacolo, da domani si lavora seriamente. Non ci dormii tutta la notte.
All’alba Lucia mi disse: “Tu oggi non vai. Non voglio vivere con un uomo infelice. Tu devi fare l’attore. E io sarò sempre al tuo fianco”.
Fino all’ultimo giorno l’ho baciata, l’ho chiamata amore, e l’ho amata veramente.
Abbiamo anche concordato un segnale, un fischio, per riconoscerci nell’altra vita, tra tante anime.
L’amicizia con Papa Francesco
Più volte è stata documentato con foto il bellissimo rapporto tra Lino Banfi e Papa Francesco. A tal proposito ha sottolineato:
È un mio amico. Sono stato a trovarlo sette volte.
Ogni tanto mi chiama. E io gli racconto gli episodi più divertenti della mia vita, e pure quelli tristi.
iL mio sogno è sempre stato far ridere e piangere insieme.
Come prova d’amicizia, durante un incontro lui ha messo via il bastone, e si è appoggiato a me.