Lorena Cesarini, co-conduttrice insieme ad Amadeus della seconda serata del Festival, è un’attrice. Sul palco ha deciso di raccontarsi tramite un inteso monologo dove ha sottolineato le difficoltà riscontate per il suo colore della pelle.
In particolare il suo discorso faceva riferimento agli insulti ricevuti sui social a cui ha voluto rispondete leggendo un estratto del libro “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun.
Lorena Cesarini: l’intenso monologo sul razzismo a Sanremo
Lorena Cesarini è un’attrice 34enne che si è fatta conoscere per aver interpretato un ruolo in Subburra, la serie Netflix incentrata sugli scandali di Roma Capitale. Ieri, prendendo la parola a Sanremo, nel suo monologo si è rivolta in particolare a coloro i quali l’hanno criticata sui social dopo aver saputo la notizia della sua co-conduzione a Sanremo. Ecco cosa ha detto:
Sono nata a Dakar e sono cresciuta a Roma, mia mamma è senegalese e mio papà è italiano. Ho una laurea in storia contemporanea, ho lavorato all’Archivio di Stato e poi ho iniziato a recitare, è diventato il mio lavoro. Sono un’attrice.
A 34 anni scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, io resto nera. Fino ad oggi a scuola, all’università, al lavoro, sul tram anche, nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmelo. Invece appena Amadeus dà questa notizia certe persone hanno sentito proprio questa urgenza.
Evidentemente per alcuni il colore della mia pelle è un problema, al punto che hanno voluto dirlo a tutti. Vi leggo alcune frasi che sono uscite sui social. La prima: “non se lo merita l’hanno chiamata lì perché è nera”. “È arrivata l’extracomunitaria” (che brutta parola). “Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e annaffiare i fiori”.
Lorena Cesarini ha poi concluso con un interrogativo:
Ma mi è rimasto dentro una domanda: perché? Perché alcuni devono la avere la necessità di certi post? Perché alcuni si indignano per la mia presenza? Perché c’è della gente che ha un problema con il mio colore della pelle?
Io ora non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace. Sono una che legge e che si informa, cerco di chiedermi perché.
Lorena Cesarini: le critiche dopo il monologo
Il monologo sul razzismo della Cesarini non è piaciuto a molti. Diverse sono state le critiche ricevute. Nello specifico ad esserle contestato è stato il ruolo di vittima che per alcuni l’attrice ha voluto assurgere. Dagospia riassume così il pensiero sul Festival e la performance di Lorena Cesarini, mettendola a confronto con quella di Checco Zalone, di tutt’altro genere: “Meno pipponi, più Zalone. Se esistesse veramente il razzismo però lei non sarebbe a Sanremo…”
Anche Rula Jebreal ha così commentato il monologo dell’attrice:
Due anni dopo che la Destra ha tentato di censurarmi a Sanremo2020 Lorena Cesarini ci ricorda la banalità del razzismo e come la cultura può abbattere i muri dell’ignoranza. “Il razzista crede che lo straniero [ I diversi] appartenga ad un’altra razza, che considera inferiore!”
Più duro il commento di Mario Adinolfi:
A Sanremo l’imbarazzante monologo della Cesarini ha dimostrato che certamente è stata chiamata da Amadeus perché è nera, è il solo motivo.
In tutta evidenza non è stata chiamata perché brava, spigliata o simpatica. Il pippotto sul razzismo, letto male, fa rimpiangere la Leotta.
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