Richard Benson era un metallaro dalla vita piuttosto articolata. È morto ieri nella sua casa a Roma, all’età di 67 anni, dopo una lunga malattia.
Pur essendo romano si divertiva a giocare con le sue origini, mostrando il suo passaporto britannico avente Woking, un sobborgo di Londra, come luogo di nascita. Benson seppe costruire attorno a se un personaggio, e fu il primo in Italia negli anni ’70 e 80 a praticare il metal.
Non riuscì a prendere la strada dei grandi palcoscenici e spesso fu chiamato nelle varie emittenti locali romane, attratte più dal suo fare e dal suo look che dalla sua musica.
Il sito ufficiale ne ha annunciato così la scomparsa:
Carissimi amici e amiche, dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta.
Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: ‘Se muoio, muoio felice’.
Richard Benson: un artista che non seppe valorizzarsi
Richard Benson era un chitarrista metal. Fu apprezzato sia da Arbore, che lo volle con sé prima sulla radio, in “Per Voi Giovani”, e dopo a “Quelli della notte”, e sia da Carlo Verdone che lo ricorda così sui social:
Rimasi folgorato quando lo vidi parlare di grandi chitarristi e gruppi a me sconosciuti in una emittente televisiva romana, Tva 40.
Era stravagante, un po’ folle ma decisamente un personaggio da tenere presente per un film.
E così gli offrii il ruolo di un conduttore adrenalinico in un programma dal titolo Jukebox all’Idrogeno in Maledetto il giorno… Fu fantastico.
Fu invitato anche in diverse trasmissioni, da Chiambretti e Gene Gnocchi, e alcune sue liti in contesti televisivi locali divennero virali e finirono anche su You Tube.
Richard Benson, pur divenendo un vero e proprio personaggio, non seppe capitalizzare la sua fama tanto che nel 2016 face un appello perché si trovava in condizioni difficili sia economiche e sia di salute.
Richard Benson: la storia di un eccentrico chitarrista metal
Richard Benson nacque a Woking in Inghilterra nel 1955, da madre romana e padre inglese. Si trasferisce in Italia tra il 1960 e il 1970 ed è allora che compra la sua prima chitarra elettrica.
Anziché seguire il desiderio dei genitori, che lo volevano avvocato o architetto, entra nel gruppo prog Buon Vecchio Charlie e inizia a partecipare a diverse trasmissioni, prima radiofoniche e poi televisive.
Negli anni ’90 il suo look diviene più eccentrico mentre è nel 2000 che acquista una fama a livello nazionale, dopo la pubblicazione del suo primo disco da solista, Madre tortura. Emblematico un suo concerto al Coetus Pub di Roma il 17 dicembre 2005, in cui viene insultato e bersagliato dal pubblico, con il lancio di diversi generi alimentari. Da lì le successive esibizioni ebbero tutte quest’impostazione.
Poi approda sulle emittenti nazionali, con la partecipazione a Stile Libero Max, su Rai 2, e a Chiambretti Night su Italia 1. In seguito sopraggiungono i problemi economici e di salute, che sembravano essersi risolti, in particolare questi ultimi, fino all’annuncio oggi della sua scomparsa.
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