Parthenope di Paolo Sorrentino uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 24 ottobre. Durante la presentazione del film alla Festa del Cinema di Roma, il regista ha affermato come questo lavoro intenda celebrare i sentimenti di amore e odio che lui stesso prova verso Napoli, città che nella pellicola viene declinata al femminile.
Durante la presentazione del lavoro, Sorrentino ha affermato di “non aver paura di essere sentimentale” e ha voluto sottolineare il perché della scelta di una protagonista femminile:
È il primo film con una donna al centro finalmente.
Dopo nove con protagonisti maschili bisognava cambiare se non altro per una questione di noia.
Apparentemente ambizioso ma in realtà semplice, Parthenope è un film epico e sentimentale sulle tappe della vita.
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Il ruolo delle donne in Parthenope
Nel lavoro di Sorrentino, Parthenope non è solo la sirena che diede il nome alla città di Napoli ma è anche la protagonista del film. La trama si incentra principalmente sulla celebrazione della voglia di libertà da parte delle donne e sull’amore per il capoluogo campano.
La richiesta di libertà – sacrosanta – delle donne è qualcosa che spaventa molti uomini ottusi, altri fortunatamente sono più illuminati.
E questo può compromettere la bellezza e la disinvoltura di come dovrebbero essere i rapporti fra le persone diventando un’anticamera di solitudine.
Ma non chiamatelo manifesto femminista, non ho queste pretese.
Sul perché abbia scelto proprio una protagonista donna e sul motivo per cui il film si concentri sull’esaltazione della libertà femminile, Sorrentino ha poi affermato:
Trovo che il viaggio compiuto dalle donne oggi sia molto più eroico di quanto lo fosse quello dell’uomo in passato.
Cioè il grande viaggio verso la libertà che le donne hanno avviato oggi, ma che viene da molto lontano.
È un viaggio epico.
È un viaggio pieno di ostacoli, pieno di pregiudizi.
Ed è un viaggio molto coraggioso quello che le donne stanno facendo.
Perché non si tratta solo di affermare il diritto alla libertà.
Si tratta di identificare le conseguenze dell’insistere sulla propria libertà a tutti i costi e queste conseguenze molto spesso possono essere la solitudine.
Rispetto alle figure femminili, il regista ha affermato all’Adnkronos di sentirsi molto più vicino alle donne, “riesco a parlare meglio con loro. Certi loro desideri, preoccupazioni e delusioni mi appartengono”. Inoltre, sono numerose le domande che Sorrentino si è posto circa l’universo femminile durante le riprese del film, seppure non sia riuscito a trovare delle risposte:
Cosa ho scoperto sulle donne e sul femminile?
Niente, ho solo altre domande.
C’è un errore di fondo quando ad un film come ad un libro si chiede di dare risposte, in casi patologici si chiede addirittura un messaggio.
Non sono queste le funzioni del cinema: le domande piuttosto che le risposte.
Io sono affascinato dai dubbi.
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La trama di Parthenope
Parthenope si potrebbe considerare un seguito di È stata la mano di Dio. Nel film si racconta una storia di gioventù, di un amore ragazzino e di incontri con diverse figure, con cui la protagonista, Parthenope, dovrà interfacciarsi. Il regista lo presenta così:
E’ un film sentimentalmente fatto sulle varie tappe della vita: dalla giovinezza dove ci si abbandona e si tocca la vita, per poi diventare adulti.
Da grandi la vita provi a vederla ma è lei che non ti vede e ti volta le spalle.
Lo scenario in cui si svolgono le varie vicende è Napoli, città che per Sorrentino è molto affascinante. In particolare, nel film vengono sottolineati gli aspetti religiosi, sacri e profani del capoluogo campano, insieme alla bellezza estetica del mare. La linea temporale della pellicola, che va dal 1950 fino a oggi, è invece doppia. Si incontrano, infatti, una Parthenope giovane, interpretata da Celeste Dalla Porta, e una adulta, della quale vestirà i panni Stefania Sandrelli.
Le vicende narrate nel film non sono state vissute realmente da Sorrentino, secondo il quale il cinema è fantasia e l’immaginazione regna sovrana. Il regista ha descritto così il lavoro:
Ho scritto il film attingendo a zone anonime del mio io.
Mi lega a Parthenope un’idea di libertà.
La protagonista non si allontana mai da questa bussola che è la libertà, che riesce a frequentare favorita anche da una città che è libera, poco giudicante, per niente perbenista.