Il Reddito di cittadinanza per tutto il 2023 resterà per i non occupabili, per gli over 60 e per chi ha figli a carico. Tutti gli altri invece lo avranno per soli sette mesi, con l’obbligo di accettare un’eventuale offerta di lavoro. Trascorsi questi mesi se il soggetto non ha ancora un lavoro, potrebbe chiedere nuovamente il Reddito, e ottenerlo per un massimo di 12 mesi e con un importo tagliato del 25%.
Tutti i limiti e nuovi criteri verranno fissati a gennaio da un decreto del ministero del Lavoro.
Reddito di cittadinanza: offerta congrua e criterio di territorialità
Fino ad ora il Reddito di cittadinanza si poteva prendere per 18 mesi rinnovabili, dopo una sospensione di un mese, ogni volta che vi fossero i requisiti.
Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera con la nuova riformulazione prevista per il Reddito di cittadinanza, e con un emendamento a firma di Maurizio Lupi di Noi con l’Italia, sarebbe saltato il principio dell’offerta congrua. Vieni considerata tale un’offerta entro 80 chilometri di distanza dalla propria residenza e raggiungibile in cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici. In sostanza non saranno più considerate le esperienze e competenze maturate e neanche la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento.
Permarrebbe invece il criterio di territorialità, in quanto come fa sapere Claudio Durigon “una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli”. Il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha precisato che può definirsi congrua qualsiasi offerta fatta anche ad una persona laureata, a cui offrono un posto anche da cameriere vicino casa. Ha poi aggiunto:
La volontà è che le persone che possono lavorare si mettano in gioco, ora non potranno rifiutare un contratto collettivo nazionale.
Reddito di cittadinanza: obbligo scolastico e pagamento dell’affitto
Inoltre, secondo il criterio proposto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, i beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni potranno usufruire del Reddito a patto che frequentino percorsi di formazione o adempiano all’obbligo scolastico.
In caso i percettori siamo locatori di un immobile la quota del Reddito di cittadinanza per il pagamento dell’affitto sarà versata direttamente al proprietario dell’immobile e non sarà a disposizione del beneficiario.
Permane per gli occupabili l’impegno di sottoscrivere un Patto per il lavoro presso i Centri per l’impiego. Gli occupabili secondo l’ultimo monitoraggio Anpal, sarebbero 660 mila, un terzo del totale. A questi si aggiungeranno i 173mila percettori che pur lavorando hanno redditi bassi.
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