L’Unione Europea un anno fa, il 25 novembre 2021, aveva approvato a larga maggioranza la proposta che mira a stabilire i requisiti per garantire un salario minimo, in modo da conferire un livello di vita dignitoso per i lavoratori.
Entro martedì dovrebbe giungere un accordo politico tra le istituzioni europee sulla direttiva, nel rispetto delle diverse impostazioni nazionali dei 27 Paesi. I negoziati prenderanno il via lunedì sera alle 19 a Strasburgo. In Italia invece il provvedimento è fermo al Sentato, le visioni sono contrastanti e la posizione dei partiti non è univoca.
Fino ad oggi il minimo garantito è previsto solo in sei paesi: Danimarca, Finlandia, Svezia, Austria e Cipro. Mentre nel resto dell’Europa il salario minimo oscilla tra i 332 della Bulgaria ai 2257 del Lussemburgo.
Salario minimo, l’opinione di Visco

Al salario minimo sembra favorevole il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il quale avrebbe dichiarato che “se ben studiato è una cosa buona”, ma ha sollevato anche alcune questioni importanti. Ecco cosa ha detto al riguardo al Festival dell’Economia di Torino, concluso ieri:
Il salario minimo ha vari effetti positivi ma il rischio sta nel livello perché se è eccessivo può portare a non occupare persone che potrebbero invece voler lavorare al di sotto di quel livello e che hanno una produttività sostanzialmente in grado di non arrivare a quel livello lì, ma credo non sia una cosa così importante.
Quello che è importante è non legarlo ad automatismi che poi ci possono costare, per esempio un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo se diventa il modello di riferimento per tutti i salari, tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo automatico.
Bisogna aumentare la produttività, se cresce anche i salari crescono.
Salario minimo: il parere dei partiti
Nella stessa maggioranza di Governo le visioni sono contrastanti. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, non è favorevole al provvedimento sul salario minimo:
Non va bene per legge perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali.
Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività.
Parere positivo invece da parte di Conte, che a nome dell’intero Movimento 5 Stelle, avrebbe dichiarato:
Il salario minimo forse non è nella cultura di alcuni politici. Se per alcuni politici è normale che si prendano paghe da fame, di 3-4 euro lordi l’ora, allora diciamo che la politica del Movimento 5 Stelle non è questa.
Non accetteremo mai fino a quando non approveremo il salario minimo. Queste sono paghe da fame.
Leggi anche: Bonus 200 euro, partiti ampliano la platea dei beneficiari: chi lo riceverà