Il giornale scientifico Nature ha riportato gli esiti di uno studio che vede come protagonista l’intelligenza artificiale. A discapito di quanto credessero i medici, infatti, l’AI è stata in grado di riconoscere il sesso di nascita di diversi individui, solo analizzando la loro retina. La precisione dei dati emersi oscilla tra il 70% e il 90%, rappresentando un grande passo avanti nella ricerca medica.
Tuttora i medici non sono ben informati a riguardo e questo dimostra il riscontro positivo che l’intelligenza artificiale ha in settori importanti, come quello sanitario. Non è la prima volta che si assiste a un intervento determinante dell’AI nel settore medico. Tempo fa, infatti, ChatGPT era riuscito a diagnosticare la presenza di una malattia rara in un bambino, mentre in altri casi aveva scoperto tumori ginecologici e al pancreas.
Lo studio su Nature
Fino a poche settimane fa, i medici erano convinti che ricavare il sesso di nascita di una persona dalla sola analisi della propria retina fosse impossibile. Eppure, stando a quanto pubblicato sul giornale Nature, l’intelligenza artificiale è riuscita a oltrepassare il limite medico. Nei risultati della ricerca, infatti, è stato riportato quanto segue: “I medici non sono a conoscenza delle distinte variazioni delle caratteristiche della retina tra uomini e donne“.
Rimangono ancora in dubbio le caratteristiche specifiche che il modello di intelligenza artificiale è in grado di rilevare. In ogni caso, la precisione riscontrata nei dati della ricerca va dal 70% al 90%, su un totale di 84.743 retine presentatele, di cui è stato riconosciuto il sesso di nascita. In precedenza, l’AI si era dimostrata capace di diagnosticare precocemente delle malattie degli occhi o altre condizioni, come la predisposizione a disturbi dello spettro autistico. La speranza dei medici, dunque, è che l’intelligenza artificiale riesca a individuare ulteriori caratteristiche, utili nella diagnosi e nella cura tempestive di specifiche patologie.
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Un caso precedente
Non è la prima volta che l’intelligenza artificiale ottiene dei successi in ambito sanitario. Non molto tempo fa, il medico specializzato in malattie infettive Matteo Bassetti ha condiviso sul proprio profilo Instagram la storia del piccolo Alex. Il bambino ha sofferto per tre anni di un dolore cronico che nessuno dei diciassette specialisti consultati è mai riuscito a riconoscere. La madre, disperata, ha quindi deciso di interpellare ChatGPT, inserendo nella conversazione con l’assistente virtuale i sintomi presentati dal figlio.
L’intelligenza artificiale, così, ha suggerito una possibile diagnosi. Questo è quanto scritto dall’infettivologo Matteo Bassetti sul suo profilo Instagram:
Sindrome del midollo ancorato, una condizione rara in cui il midollo spinale si attacca ai tessuti circostanti, causando dolore e problemi neurologici.
La madre ha portato questa ipotesi a un neurochirurgo, che ha confermato la diagnosi e ha operato il bambino, mettendo fine alle sue sofferenze.
Questa storia, dunque, dimostra come gli sviluppi tecnologici e gli strumenti che grazie a essi vengono realizzati sono un importante aiuto nel percorso di diagnosi e cura. Inoltre, è fondamentale che ogni medico, o in generale chiunque lavori in un ambiente scientifico, impari ad accettare e a conoscere tali agevolazioni, siccome non vanno a privare lo specialista delle proprie professione e professionalità ma, piuttosto, sono complementari in alcuni passaggi più ostici.
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