Michele Milella è un noto oncologo alla guida dell’Istituto del Pancreas P.R. Borgo Roma a Verona, a cui si è rivolto Eleonora Giorgi durante la sua malattia. Il professore, che da anni studia cure per combattere uno dei tumori più aggressivi, ha rivelato al “Corriere della Sera” che in Italia ci sono circa 14mila nuovi casi ogni anno, e “sono 500 all’anno quelli su cui interviene la chirurgia, mentre quelli di oncologia sono tra i 300 e i 400”. Vediamo ora meglio chi è Michele Milella.
Vita e carriera di Michele Milella
Michele Milella, come accennato poco sopra, è a capo dell’Istituto del Pancreas di Verona, lavorando anche presso il Policlinico di Borgo Roma (VR), uno dei principali centri per il tumore in questa zona del corpo.
Inoltre, il professor Milella porta avanti la carriera accademica, insegnando tutt’oggi al Dottorato in Infiammazione, Immunità e Cancro presso l’Università di Verona tenendo due corsi, Biomarkers for implementation of precision oncology (2025/2026) e Twist and turn on the path of precision oncology in routine clinical practice (2025/2026).
Come si individua il tumore al pancreas secondo l’oncologo Michele Milella

In un’intervista al “Corriere della Sera” Michele Milella ha svelato come è possibile individuare i prodromi del tumore al pancreas e a quali test sottoporsi, specialmente se ci sono dei casi in famiglia:
I sintomi sono molto vaghi e aspecifici, tipo mal di schiena a livello lombare, disturbo alla bocca dello stomaco, sintomi digestivi e gastrici.
Ma un elemento è importante da sapere, l’innalzamento della glicemia, sia nel diabetico che nel non diabetico, se si presenta insieme agli altri sintomi è un forte campanello d’allarme.
Se siamo fortunati e il tumore è vicino alla via biliare, anche se la massa è piccola va a chiudere la via biliare e la persona diventa gialla, così corre subito al pronto soccorso e magari lo scopre precocemente.
Lo screening di prevenzione non si può fare.
L’ecografia una volta all’anno non serve a niente, serve almeno una Tac.
Ed è diverso se c’è una forte familiarità, ad esempio con un padre e un nonno, o un padre e uno zio, che hanno avuto il tumore al pancreas, o una predisposizione genetica già nota […]
In questi casi si può entrare in un programma nazionale di valutazione e monitoraggio per i tumori familiari del pancreas gestito da Aisp, Associazione italiana studio pancreas, che ha istituito un Registro nazionale e che esegue un monitoraggio alle persone con predisposizione genetica con Risonanza magnetica ed Ecoendoscopia (simile alla gastroscopia).
Quali sono le migliori cure contro il tumore al pancreas?
L’oncologo Michele Milella ha spiegato ancora al “Corriere della Sera” quali sono le cure sperimentali più efficaci:
Vertono su vari capitoli di farmaci, quelli per l’immunoterapia, vale a dire che agiscono da stimolo al sistema immunitario da somministrare abbinati a i chemioterapici.
Ci sono anche farmaci che vanno a modificare il microambiente del tumore, che a volte è quello che crea la resistenza delle cellule tumorali alla chemio.
Poi ci sono quelli che agiscono sui geni mutati nel tumore e in questo Verona è stata pioniera.
Infine ci sono anche i farmaci che vengono dalle nanotecnologie che hanno successo e migliorano molto la sopravvivenza.
Inoltre, Michele Milella anticipa che in futuro verranno sperimentati anche i vaccini contro questo tipo di tumore aggressivo, sebbene “lo studio è partito dopo la sperimentazione dell’RNA del Covid […] andranno somministrati insieme a immunoterapia e chemioterapia per potenziare al massimo le chance di guarigione”.
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