L’intelligenza artificiale contro i tumori ginecologici al Policlinico Gemelli

L'intelligenza artificiale in sala operatoria contro i tumori ginecologici è l'ultima idea promossa dal Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Cosa sappiamo.

Andrea Gioacchini
Andrea Gioacchini
Classe '99, romano, si occupa di comunicazione editoria e giornalismo dal 2020. “Cerco pace in questo vento e scovo un soffio di lucidità” è il suo motto.
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L’aiuto dell’intelligenza artificiale in sala operatoria per il trattamento dei tumori ginecologici, questa sembra essere la grande novità proposta e studiata dal Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

Nel corso dell’edizione 2025 del congresso della Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO), con la partecipazione di oltre 3.000 specialisti provenienti da più di 100 Paesi diversi impegnati nel trattamento dei tumori femminili da tutto il mondo, si è fatto il punto sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in sala operatoria.

Anna Fagotti, presidente di ESGO e del congresso, ha sottolineato l’importanza di questa opzione, e di come questo progetto possa portare benefici al progresso della medicina:

L’IA aiuta a pianificare meglio un intervento chirurgico, nella maniera più personalizzata possibile.

Stiamo portando avanti un articolato progetto accademico, in collaborazione con altri centri internazionali come l’IHU (Institute of Image Guided Surgery) di Strasburgo, che si declina su varie tematiche.

È possibile, ad esempio, individuare con maggior precisione la diffusione peritoneale di tumore ovarico,

attraverso l’IA che, ‘vedendo’ le immagini della laparoscopia, aiuta a stabilire se la paziente sia operabile o meno.

Intelligenza artificiale al Policlinico Gemelli

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno delle sale operatorie potrebbe rappresentare il vero progresso della medicina. Nel corso dell’incontro è stata fatta luce anche su altri aspetti correlati: su tutti, la sicurezza.

Un altro progetto parallelo sta cercando, infatti, di identificare i diversi punti di sicurezza attraverso l’utilizzo dell’IA.

A tal proposito, Fagotti ha spiegato come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possa aiutare i medici a diagnosi più precise e operazioni più sicure:

In questo caso l’IA avverte il chirurgo, impegnato nell’esecuzione di un intervento laparoscopico,

nel caso in cui stia commettendo un errore, un passaggio sbagliato e dà un alert che gli permette di correggere la sua azione immediatamente per evitare complicanze.

Fagotti ha poi aggiunto:

Questo ci consente di pianificare l’intervento con maggior precisione,

anche ricorrendo all’ausilio di esperti di altre specialità, nel caso in cui il tumore interessi, ad esempio, un grosso vaso o una parte dell’intestino.

Ma utilizzando queste ricostruzioni 3D, realizzate ricorrendo all’IA, sarà più facile anche parlare con la paziente, farle vedere dov’è il tumore e illustrarle le procedure da eseguire durante l’intervento chirurgico.

Nel corso del Congresso è stato presentato poi un documento circa le diverse strategie di riduzione del rischio.

Claudia Marchetti, professoressa associata di Ginecologia della Cattolica e direttore della Uos (Unità operativa semplice), ha spiegato come questo approccio ricopra tutta la vita del paziente. Si tratta di un passaggio di fondamentale importanza, che garantirà una copertura totale andando a monitorare “non solo gli aspetti squisitamente clinici ma anche tutto quello che c’è intorno alla malattia”.

Infine, l’Occ (dell’Ovarian Cancer Commitment) ha presentato diverse richieste, per uniformare questo progetto e garantire una possibilità di rimborso in tutte le Regioni italiane al test HRD.

Il test HRD è un esame in grado di misurare l’instabilità genomica del tumore ovarico. Un suo utilizzo permette di adattare le cure a ogni singola paziente.

Il test, però, richiede particolari apparecchiature elettroniche, presenti solo in alcuni centri personalizzati.

Leggi anche: L’intelligenza artificiale approderà negli ospedali per garantire una sanità equa

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