Papa Francesco e la facies hippocratica: cos’è e cosa dicono i medici?

Dopo la scomparsa di Papa Francesco si è iniziato a parlare di facies hippocratica, ossia delle caratteristiche presenti sul volto del Pontefice i suoi ultimi giorni di vita. Cos'è, però, questa condizione?

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In seguito alla morte di Papa Francesco, si è diffusa l’espressione “facies hippocratica“, in relazione alle caratteristiche presenti sul volto di Bergoglio nei suoi ultimi giorni di vita.

Questa condizione consiste in un viso privo di espressione, occhi infossati e pallore. Spesso essa è causata da malattie croniche degenerative e si manifesta in soggetti anziani. Vediamo meglio, però, in cosa consiste la facies hippocratica.

Cos’è la facies hippocratica?

Papa Francesco è scomparso il 21 aprile scorso a causa di Ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile, come fa sapere il medico del Vaticano, Andrea Arcangeli.

L’ultima apparizione pubblica del Pontefice è avvenuta solo il giorno precedente, in occasione della domenica di Pasqua, quando Bergoglio ha impartito l’Urbi et Orbi ai fedeli.

Il 20 aprile, dunque, il Santo Padre ha mostrato un volto provato dai problemi di salute che lo hanno colpito negli ultimi mesi. Facendo riferimento a quanto accaduto il giorno seguente, dunque, si è iniziato a parlare di “facies hippocratica“, ossia le caratteristiche facciali tipiche di una persona in fin di vita.

È da sottolineare che con tale espressione non si indica una diagnosi ma un segno clinico che necessita di un’immediata attenzione medica. Essa, infatti, si presenta in seguito a un quadro clinico del paziente già compromesso. Proprio per questo, l’analisi degli specialisti deve essere svolta in modo completo.

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Il volto di Papa Francesco il giorno di Pasqua

Il 20 aprile scorso, Papa Francesco è apparso in pubblico con il viso scarno, gli occhi infossati, il naso affilato e la pelle di colore grigio. Ad analizzare la condizione di sofferenza, già presente sul volto del Pontefice, è stato Leonardo De Luca, direttore della struttura complessa di cardiologia del Policlinico San Matteo di Pavia e vicepresidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri.

Il medico ha, quindi, spiegato in cosa consiste la facies hippocratica: “La facies hippocratica è una descrizione del viso di persone gravemente ammalate. È spesso presente nei pazienti molto anziani ed è legata agli stadi terminali e alle malattie croniche degenerative. Non è però strettamente connessa all’età“.

Essa è causata dalla riduzione del flusso sanguigno nelle parti periferiche e non vitali del corpo umano, e prende il nome da Ippocrate, il medico greco che l’ha descritta nel Prognostico. A tal proposito De Luca ha aggiunto:

Ippocrate diceva che se non c’è un miglioramento delle condizioni entro un determinato tempo, che possono essere ore o giorni, è uno stato che preannuncia l’esito mortale della persona.

È una condizione che riguarda i pazienti in fin di vita e si associa alla peritonite o a stati infettivi gravi, come ad esempio la febbre tifoide, e in cardiologia, ma non credo sia il caso del Papa, a pazienti con scompenso cardiaco avanzato.

Però, in generale, è una condizione obiettiva che in qualche modo preannuncia la morte, un segno di semeiotica che indica uno stadio terminale.

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Il commento dei professionisti

Leonardo De Luca, inoltre, ha commentato gli ultimi giorni di vita del Pontefice, dando un proprio parere medico:

Nelle ultime settimane il Papa ha comunque sempre avuto un volto sofferente.

Basta osservare le foto dell’ultimo giorno per vedere il cambiamento e il suo stato di sofferenza.

E questo la dice lunga anche sul sacrificio personale che il Papa ha fatto negli ultimi giorni per stare accanto ai fedeli fino all’ultimo momento.

A parlare, invece, dell’ictus che ha colpito il Santo Padre il 21 aprile, e che ne ha causato la morte, è stata Francesca Romana Pezzella, neurologa della Stroke Unit dell’ospedale San Camillo di Roma, segretaria dell’Associazione ictus, chair del piano europeo per ictus cerebrale.

Prendendo in considerazione la differenza tra ictus ischemico, causato dalla chiusura di un’arteria cerebrale, e ictus emorragico, dovuto alla rottura dell’arteria, Pezzella ha dichiarato al Corriere della Sera:

Nel caso del Papa, l’ipotesi è che si sia trattato di ictus emorragico (o emorragia cerebrale), che nella prima ora è accompagnato da un elevato rischio di morte.

Il tessuto cerebrale subisce un danno e bisogna intervenire subito: più l’intervento è rapido più aumentano le possibilità di ripresa.

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