Parkinson e tumori, cure con le staminali: “Risultati positivi sulle nuove ricerche”

Gli esiti delle sperimentazioni cliniche del Premio Nobel Yamanaka sulle cellule staminali pluripotenti indotte Ipsc, capaci di differenziarsi, lasciano ben sperare nelle terapie contro Parkinson, tumori, degenerazioni maculari o della cornea.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Nuove ricerche sulle cellule staminali. L’obiettivo è quello di far tornare le cellule “bambine” per poi utilizzarle come terapie contro il Parkinson, i tumori, la degenerazione maculare, i danni alla cornea e alla cartilagine.

A pubblicare gli esiti delle 10 sperimentazioni cliniche, che fanno ben sperare, è stato il premio Nobel Yamanaka.

Chi è Yamanaka e quali sono le sue ricerche sulle cellule staminali

Yamanaka, classe 1962, 13 anni fa ha ricevuto un premio Nobel proprio per queste ricerche sulle cellule staminali. Esattamente nel 2012 l’Accademia di Stoccolma ha conferito il Premio per la Medicina allo scienziato giapponese Shinya Yamanaka e al suo collega britannico Sir John Gurdon, per la scoperta delle cellule staminali riprogrammate, le cosiddette Ips, ossia staminali pluripotenti indotte. Si legge nella motivazione del Nobel:

Le loro scoperte hanno rivoluzionato la nostra comprensione della maniera in cui le cellule e gli organismi si sviluppano

Oggi il professor Yamanaka parla tranquillamente dei risultati raggiunti dalle sperimentazioni cliniche in Giappone, dove si sta lavorando per costruire terapie cellulari a base di staminali, ottenute facendo tornare “bambine” le cellule adulte destinate a curare diverse patologie.

I risultati delle sperimentazioni sulle staminali di Yamanaka

L’annuncio dei risultati positivi sulle sperimentazioni a base di staminali è stato dato da Yamanaka, in occasione della lectio magistralis tenuta all’Università Statale di Milano, nella giornata di apertura del Milan Longevity Summit. Il professore oggi si divide tra l’Università di San Francisco e quella di Kyoto, dove cinque anni fa ha dato vita al centro per la ricerca e le applicazioni delle cellule staminali pluripotenti.

A Yamanaka si deve la via etica alle cellule staminali, è lui infatti il più grande studioso al mondo di staminali pluripotenti indotte, cellule somatiche potenzialmente in grado di trasformarsi in tutte le altre. Senza utilizzare o distruggere embrione è riuscito, nel 2007, a riprogrammare le cellule del tessuto epiteliale così da farle regredire sino a uno stadio simil-embrionale. Se oggi si è in grado di prelevare delle cellule adulte dai pazienti affetti da malattie per poi trasformarle in staminali e produrre in laboratorio delle linee cellulari che ci consentano di studiare i meccanismi alla base della malattia e i farmaci che potrebbero contrastarla, è proprio grazie a lui. Fa sapere Yamanaka, come riportato da Il Messaggero:

I risultati che stanno emergendo sono molto positivi per quanto riguarda sia l’efficacia sia la sicurezza.

L’obiettivo ora è quello di poter utilizzare queste cellule su una platea più vasta di pazienti, a livello mondiale. Per far questo i ricercatori giapponesi stanno sviluppando dieci linee cellulari modificate grazie all’editing genetico per renderle maggiormente compatibili con tutti i sistemi immunitari dei riceventi.

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