La polmonite bilaterale di cui soffre Papa Francesco, come emerge dagli ultimi esami svolti, è una patologia molto diffusa e da non sottovalutare.
Non è la prima volta per Papa Francesco. Il Santo Padre si era già ammalato nel 2023, con conseguente ricovero sempre al policlinico Gemelli. Allora si trattò di una forte e acuta polmonite, anche se all’inizio si parlò di bronchite.
Come riportato nel sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, “con il termine polmonite si indica lo stato di infiammazione del tessuto di uno o di entrambi i polmoni. È comunemente causata da un’infezione batterica ma può essere provocata anche da una infezione virale, fungina o dall’aspirazione di un corpo estraneo”.
La polmonite è una malattia infettiva che può essere causata da diversi agenti patogeni, tra cui virus e batteri.
Quando questi microrganismi raggiungono i polmoni e li infettano, accade che gli alveoli, ovvero le componenti più piccole dell’”albero respiratorio”, si infiammano riempiendosi di pus e compromettendo, in tal modo, la capacità respiratoria.
La polmonite è quindi un’infiammazione acuta dei polmoni che, se non curata tempestivamente, può compromettere la capacità respiratoria.
Quando si parla di polmonite bilaterale, come nel caso del Pontefice, si intende che entrambi i polmoni sono stati colpiti.
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Polmonite bilaterale, sintomi e trattamento
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La polmonite bilaterale è una patologia che, se colta tempestivamente, può essere debellata. Ma quali sono i sintomi e le cause? Come si cura?
I sintomi derivanti dalla polmonite possono verificarsi senza preavviso nell’arco di 24-48 ore, oppure possono presentarsi più lentamente nell’arco di diversi giorni.
I sintomi più comuni sono la febbre, il respiro corto e difficoltoso, dolore al torace o alla schiena, tosse, spossatezza e uno stato generale di indebolimento. Ammalarsi di polmonite non è una cosa rara, l’importante è il trattamento.
Sono certamente presenti soggetti ad alto rischio, i quali, nel caso di un’infezione, possono presentare maggiore vulnerabilità. Tra i soggetti fragili troviamo soprattutto le persone anziane – come per esempio Papa Francesco –, bambini, pazienti immunodepressi e persone con malattie croniche del tratto respiratorio.
Ammalarsi di polmonite non è così raro, ma esistono ovviamente importanti fattori di rischio che aumentano in modo esponenziale che questo avvenga.
Oltre alle persone fragili, altri fattori di rischio sono l’essere tabagisti, un’elevata esposizione ad aree inquinate, i malati cronici, specialmente di malattie autoimmuni, tra cui il diabete mellito e l’artrite reumatoide con interessamento polmonare, i cardiopatici e chi soffre di insufficienza renale.
La polmonite batterica necessita di una cura antibiotica, mentre in caso di polmonite acuta questo tipo di terapia risulta del tutto inefficace. La polmonite virale, infatti, non viene mai trattata farmacologicamente.
Tra le diverse complicazioni che possono essere causate dalla polmonite bilaterale, le più comuni risultano essere la sepsi, la pleurite e l’ascesso polmonare.
La sepsi, nota anche come setticemia, è una disfunzione d’organo, causata da una risposta dell’organismo a un’infezione.
La pleurite, invece, è un’infiammazione della pleura, una membrana formata da due strati di cui uno riveste i polmoni e l’altro la parete interna della cavità toracica.
L’ascesso polmonare, infine, è una cavità nel polmone che si riempie di pus. Può sorgere in persone con altre malattie pregresse o con problemi legati all’abuso di alcol.
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