Un nuovo messia sulla Terra. È questo il punto di partenza di Santocielo, i cui protagonisti sono Ficarra e Picone, il noto e apprezzatissimo duo comico ormai al loro ottavo film. Diretto da Francesco Amato prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited con la collaborazione di Medusa Film, sarà in più di 600 sale a partire dal 14 dicembre.
Santocielo è un melting pot in cui si intrecciano temi come l’amore, la famiglia e la religione, in modo assolutamente non convenzionale. Le vicende prendono letteralmente nuova vita sullo sfondo di una società che non conosce pregiudizi, un film, come rivelano gli stessi protagonisti nonché cosceneggiatori, adatto a tutti e senza etichette. La loro solita chiave ironica, però, ci apre a profonde riflessioni.
Di cosa parla Santocielo, il nuovo e attesissimo film di Ficarra e Picone?
Da tempo Ficarra e Picone volevano fare un film sugli angeli e in Santocielo viene ampiamente affrontata questa tematica. Ma grazie a una commedia natalizia e degli equivoci, la loro prospettiva, che passa anche attraverso riferimenti metacinematografici come Billy Wilder, Woody Allen, Steven Spielberg, ci spinge a fare quel salto in più. Quel salto nella fede, come diceva il filosofo Kierkegaard, ma in un’esperienza visiva originale.
Nel regno dei cieli Dio, interpretato da Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, è affiancato dagli angeli. E non spetta solo a lui prendere decisioni per la Terra, ma si svolgono delle assemblee angeliche e nell’ultima deliberazione bisogna compiere una scelta che modificherà le sorti dell’umanità.
L’arcangelo Aristide, interpretato da Picone, ha alte aspirazioni e sogna di prendere parte al coro dell’Altissimo. Dovrà, però, rinunciare a questo proposito per compiere una missione celeste di estrema importanza sulla Terra: grazie a uno speciale guanto e dai poteri conferitogli da Dio, Aristide dovrà ingravidare una donna, la prescelta, mettendole la mano sul suo grembo. La nuova “Maria” darà alla luce il nuovo Messia che sarà in grado di redimere il mondo.
Il compito, però, è più arduo del previsto e l’arcangelo Aristide, sebbene il suo gesto sia stato fatto per evitare un incidente, tocca “per sbaglio” il ventre di Ficarra, nei panni del cinico e bigotto Nicola: non c’è nessuna nuova “Maria”, ma sarà lui a rimanere incinto.
Santocielo, quando il sacro incontra il profano nella sfera dei sentimenti
Santocielo di Ficarra e Picone ha al centro il sentimento più universale, l’amore e lo affronta con vari punti di vista. Nicola è un maschilista infelice della sua vita e si è appena separato da sua moglie, interpretata da Barbara Ronchi. Uno dei loro desideri era proprio quello di diventare genitori e questa ‘manna dal cielo’, che lo ha reso incinto, sembra farli riavvicinare.
L’arcangelo Aristide, invece, pensa solo alla sua carriera celeste, ma quando approda sulla terra si rende conto di provare quello strano sentimento per la giovane Suor Luisa, interpretata da Maria Chiara Giannetta, peraltro ricambiato.
La gravidanza rappresenta la catarsi per tutti i personaggi. Nicola, maschilista convinto, scopre alcuni lati di sé nascosti e prova le stesse sensazioni delle donne gravide, trovando una finestra di dialogo con sua moglie. E Aristide, sebbene non sia riuscito a portare a termine il suo compito, scopre che non è tutto perduto e anche, inaspettatamente, l’amore. Si tratta di una nuova vita tutti e due i protagonisti.
Girato tra Roma e la Sicilia, Santocielo è una commedia d’amore che rompe gli schemi, dalle punte religiose, e guida lo spettatore a riformulare i propri pensieri sulla vita stessa e sui sentimenti, tra sacro e profano, oltre le barriere.
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