sabato, 18 Gennaio 2025
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Sciopero della scuola il 17 novembre e lezioni a rischio: cosa chiedono insegnanti e alunni

Lo sciopero di domani interesserà non solo i trasporti ma anche la scuola. Vediamo cosa spinge gli studenti e gli insegnanti a scendere in piazza.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Sciopero della scuola. Domani, venerdì 17 novembre, in tutta Italia sono a rischio le lezioni per lo sciopero della scuola. Oltre ai settori dei trasporti, della sanità e del pubblico impiego anche il mondo dell’Istruzione scenderà in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti delle scelte del Governo e del ministro di viale Trastevere, Giuseppe Valditara.

Sono previste, inoltre, a partire dalle 9.30 manifestazioni in oltre 40 città italiane, da Torino a Genova, passando per Roma, Milano e Napoli. A partecipare saranno non solo docenti e alunni, ma anche il personale di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, compresa università e ricerca.

Gli insegnanti chiedono, nella legge di Bilancio 2024, “lo stanziamento di risorse adeguate per il rinnovo dei contratti per tutto il personale, stabile e precario, per rispondere alla perdita del potere di acquisto, a fronte di un’inflazione cumulata pari al 18% in tre anni”.

Sciopero della scuola: quali sono le motivazioni degli insegnati

Sciopero della scuola, 17 novembre richieste dei sindacati_

Domani, venerdì 17 novembre, la Flc Cgil ha chiarito in una nota le motivazioni dello sciopero. Si legge così :

Le battaglie e le ragioni di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, in occasione dello sciopero del 17 novembre e della giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, si fonderanno in una stessa data.

Infatti a poco più di un anno dall’insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio, l’idea di scuola del governo appare sempre più povera, divisa e precaria.

Riforme come l’autonomia differenziata, il dimensionamento scolastico con il taglio di quasi 900 istituti, l’alto tasso di lavoro precario, le riforme della condotta e della filiera tecnico professionale, rischiano di rendere la scuola un moltiplicatore di disuguaglianze, subordinato alle logiche del mondo delle aziende e dei privati.

Sciopero della scuola: le ragioni degli studenti

Da parte degli studenti vi è il desiderio di esprimere il proprio dissenso e lottare contro il precariato, al quale sembrano destinate le giovani generazioni, che non vedono per il proprio futuro prospettive di lavoro soddisfacenti e adeguate. Al riguardo si è espresso così Paolo Notarnicola, della Rete degli Studenti Medi, come riportato da Fanpage.it:

Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato.

Non resteremo a guardare in silenzio mentre il Governo disinveste nei giovani. A partire dalla finanziaria serve stanziare fondi per garantire l’accesso all’istruzione, serve investire in edilizia, serve fermare le riforme che stanno svuotando di senso e privatizzando la formazione nel nostro Paese.

A fargli eco Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti, la quale ha specificato che l’istruzione non si merita, è un diritto di base. L’intenzione è quella di “portare all’attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale ‘I diritti non si meritano’, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese”.

Sciopero della scuola: cosa chiedono i sindacati

Ricapitolando, le richieste dei sindacati della scuola prevedono degli interventi su:

  • salari e contratti
  • stanziamento di risorse finalizzate alla cancellazione dell’annoso e strutturale problema del precariato
  • stanziamento di risorse adeguate per i rinnovo dei contratti di tutto il personale, per rispondere alla perdita del potere d’acquisto
  • investimenti e stop alle privatizzazioni nei settori della conoscenza
  • investimenti in tutti i nostri settori, a partire dal significativo incremento delle risorse per gli organici, il tempo scuola, la ricerca di base e il diritto allo studio, e il blocco immediato di iniziative di disinvestimento come il dimensionamento scolastico
  • blocco immediato dei progetti di autonomia differenziata
  • blocco di tutte le iniziative legislative finalizzate ad una privatizzazione di pezzi del sistema pubblico di Istruzione e ricerca, a partire dalla riforma della filiera tecnica e professionale, e dalle proposte di piena parificazione del sistema pubblico e statale al sistema privato
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Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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