Parlare di sessualità in Italia è un tabù. Il tabù diventa doppio quando si parla di sesso e disabilità. Alle persone con disabilità viene spesso negato il diritto alla affettività e alla sessualità. Zoe Rondini, esperta di questi temi, ha spiegato che questi pregiudizi vanno scardinati con una rivoluzione culturale per mezzo di un programma di educazione e informazione.
Zoe Rondini è ormai un punto di riferimento quando si parla di disabilità, grazie al suo impegno nell’offrire un vero e proprio servizio di informazione e di discussione sui diversi temi che riguardano un mondo di cui si parla sempre troppo poco.
Scrittrice e saggista, autrice di “Nata viva” e “I Raccontabili“, Zoe scrive anche sul blog “Piccolo genio” e dal 2012 ha fondato il gruppo su facebook “Amore, disabilità e tabu. Parliamone!” in cui affronta con l’aiuto di uno psico-sessuologo proprio lo “scottante” argomento sesso e disabilità.
Sfatiamo paure e pregiudizi
Andiamo per ordine, consiglia Zoe. Per prima cosa bisogna tenere presenti i diversi tipi di disabilità quando si parla di amore e sessualità. Le disabilità sono principalmente di tre tipi:
• Motoria
• Sensoriale
• Cognitiva
Per ogni tipo di disabilità la sessualità va approcciata in modo diverso. Zoe spiega che la chiusura mentale è molto diffusa e che molto spesso le stesse famiglie non solo non sono aperte ma non sanno nemmeno da che parte cominciare per affrontare l’argomento sesso e disabilità con il proprio figlio o la propria figlia:
Alla radice quindi ci sarebbe un problema culturale peggiorato dalla mancanza di educazione e informazione su sesso e disabilità.
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Le famiglie hanno bisogno di aiuto
Zoe racconta che molto spesso nel gruppo facebook che gestisce da ormai quasi 10 anni ha visto che le famiglie, anche quando accettano la sessualità del figlio o della figlia, non sanno a chi rivolgersi. Oltre all’aiuto con consigli solo teorici di psicologi e medici, non esiste un programma di educazione o di informazione che spieghi nella pratica come aiutare le persone con disabilità a conoscere amore, affettività e a prendere consapevolezza della propria sessualità.
L’assistente sessuale: la figura di riferimento per sesso e disabilità
La figura all’assistente sessuale dunque in Italia non esiste ancora e da anni si sta cercando di istituzionalizzarla sull’esempio di diversi paesi dell’Europa del nord. Inoltre questa figura è stata anche proposta dalla Commissione Eu. Ma chi è e cosa fa? Zoe Rondini spiega:
Zoe poi racconta a che punto sia l’iter della proposta di legge, addirittura del 2014, che vorrebbe l’istituzione di questa figura professionale esperta in sesso e disabilità:
Sesso e disabilità, quali le soluzioni per evitare i rischi?
In assenza dell’assistente sessuale, in che modo possono essere aiutate le persone con disabilità ad approcciarsi alla sessualità, a conoscerla e prenderne consapevolezza? Zoe Rondini spiega:
Donne con disabilità: le maggiori vittime della disinformazione
Come sempre accade, sono le donne a pagare il prezzo più alto della mancanza di informazione e di educazione su sesso e disabilità. Zoe continua a raccontare:
Il matrimonio delle persone con disabilità: traguardo o rischio?
La cronaca dà spesso conto di molti casi in cui da parte degli stessi familiari vengono tarpate le ali alle persone con disabilità che vorrebbero essere libere di amarsi e di vivere la propria sessualità. Eppure fortunatamente ci sono molte persone che hanno storie, si sposano, hanno figli. Questo accade con più o meno facilità a seconda del tipo e del grado di disabilità ovviamente. Ma anche il matrimonio può nascondere delle ombre, dei rischi. Zoe Rondini spiega:
In conclusione, quello che Zoe e tutti gli esperti del tema ritengono assolutamente necessario per garantire il diritto alla affettività e alla sessualità è puntare sull’educazione di tutta la famiglia per scardinare prima di tutto le chiusure mentali che ancora esistono nel 2021. Quanto si dovrà aspettare ancora perché amore, sesso e disabilità non siano più un tabu?
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