Le buone pratiche di governance prevedono il coinvolgimento del gruppo, per ottenere una consultazione collettiva. Non si tratta di prendere decisioni da soli ma di promuovere l’impegno di tutti, la fiducia del pubblico e lo sviluppo del settore di destinazione.
Gli enti del Terzo settore possono trovare informazioni utili relative alla propria governance all’interno del Codice del Terzo settore.
Buone pratiche di governance per gli Enti del Terzo Settore
La governance ha come obiettivo quello di promuovere una buona qualità delle relazioni tra gli organismi coinvolti, e definire struttura, metodi di lavoro, strategie della fondazione, ruolo di ogni persona nel controllo del progetto e attuazioni dei mezzi e delle azioni previste, assicurandosi che ogni ente abbia i mezzi necessari per raggiungere le proprie ambizioni e che eserciti un controllo sugli obiettivi, agendo con tutte le parti. Inoltre, un buon governo implica trasparenza, rispetto dei valori di tutti e fiducia. Per assicurare questo la governance si impegna a:
- Realizzare il progetto con successo, in accordo con i valori dell’organizzazione
- Permette la dinamica di un progetto che fa parte del collettivo
- Rispetta gli impegni presi dalla fondazione in modo trasparente
- Offre un rapporto che garantisca una perfetta leggibilità
- Garantisce l’impegno di tutte le parti coinvolte nel progetto
- Promuove il pieno sviluppo dell’organizzazione
La buona governance promuove il rispetto dell’utilità sociale e dell’interesse generale, non riguardante solo i politici ma tutte le organizzazioni che condividono questa vocazione. Sono considerare socialmente utili le azioni che mirano a creare legami sociali, promuovendo il comportamento civico e la responsabilità di ogni individuo nel proprio ambiente.
Leggi anche: Vantaggi fiscali per le donazioni agli enti del Terzo settore
Come gestire la governance in un Ente del Terzo Settore
La buona governance prevede di migliorare il funzionamento del Consiglio, e nello specifico:
- Prendere decisioni collettivamente e dopo un dibattito
- Menzionare delle regole di buona condotta da rispettare in ogni processo decisionale
- Monitorare il coinvolgimento dei membri nel lavoro del Consiglio
- Limitare il numero di cariche ricoperte, soprattutto quando queste risultano eccessive
- Far in modo che le riunioni del Consiglio siano regolari, con una frequenza necessaria da permettere a ciascuno di svolgere i propri compiti, in particolare quelli di controllo e supervisione
- Diversificare i membri del Consiglio, nominando anche persone esterne e qualificate
- Valutare il buon funzionamento del Consiglio
- Redigere annualmente una relazione sul governo dell’organizzazione e presentata dal Consiglio all’Assemblea Generale
Per governance si intende il sistema di conduzione e di direzione dell’associazione. Di norma, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale hanno un sistema di governance basato sulla centralità dell’assemblea degli associati, che rappresenta l’organo collettivo sovrano per eccellenza, oltre ad essere il luogo in cui si esprime la collegialità dell’associazionismo. L’assemblea incarica un organo amministrativo per l’amministrazione ordinaria e straordinaria dell’ente. Infine il Presidente è la persona attraverso la quale l’associazione è rappresentata nei confronti di soggetti terzi.
L’assemblea
Il principio fondamentale dell’assemblea degli enti del Terzo settore è che ad ogni persona corrisponda un voto. Se a un associato corrisponde un ente, l’atto costitutivo o lo statuto possono attribuire più voti, in proporzione al numero dei loro associati. Nell’assemblea delle associazioni di terzo settore:
- Tutti coloro che sono iscritti da almeno tre mesi hanno diritto di voto. Lo statuto può solo ridurre questa previsione temporale e non aumentarla in quanto tre mesi rappresenta il limite massimo imposto dalla legge, in osservanza dei principi di democraticità, pari opportunità ed uguaglianza
- Ciascun associato può farsi rappresentare nell’assemblea da un altro associato, con delega scritta
- Ciascun associato può rappresentare fino a un massimo di tre associati, in un’associazione con un numero inferiore a cinquecento, e di cinque associati in quelle con un numero non inferiore a cinquecento
Le competenze delle assemblee negli enti del Terzo settore sono quelle di:
- Nominare e revocare il soggetto della revisione legale dei conti
- Nominare e revocare i componenti degli organi sociali
- Approvare il bilancio
- Deliberare sulla responsabilità dei componenti degli organi sociali
- Deliberare sull’esclusione degli associati, se lo statuto non attribuisce la competenza a un altro organo
- Deliberare sulle modificazioni dell’atto costitutivo e dello statuto
- Approvare l’eventuale regolamento dei lavori assembleari
- Deliberare in merito allo scioglimento, trasformazione e fusione dell’associazione
- Deliberare sugli altri oggetti attribuiti dalla legge, dallo statuto o dall’atto costitutivo
Inoltre lo Statuto prevede l’intervento in assemblea, mediante mezzi di telecomunicazione, o l’espressione del voto per corrispondenza o in via elettronica.
Il Consiglio direttivo o organo di amministrazione
Insieme all’assemblea degli associati il consiglio direttivo rappresenta l’altro organo fondamentale di un’associazione. Si tratta dell’organo che si occupa della gestione concreta della vita associativa. I consiglieri, individuati dall’assemblea, svolgono le mansioni indicate dallo statuto e stabilite dagli associati in assemblea.
Importante anche la figura dell’amministratore, il quale può essere scelto tra gli associati o attribuito a enti del Terzo settore, e assume il potere di rappresentanza. Entro trenta giorni dalla sua nomina deve richiedere l’iscrizione nel RUNTS indicando nome, cognome, luogo e data di nascita, domicilio e cittadinanza. Gli amministratori non hanno voto nelle deliberazioni di approvazione del bilancio.
Il Presidente
L’Art. 25 del Codice del terzo settore, e lo stesso statuto, attribuisce all’assemblea il potere di nominare i componenti degli organi sociali, compreso il presidente.
Nel caso di enti con più di 500 associati si può derogare tale potere (elezione indiretta del presidente), purché sia comunque garantito il rispetto dei principi di democrazia, pari opportunità e uguaglianza degli associati.
Organo di controllo e revisione legale
Negli enti del Terzo settore viene nominato anche un organo di controllo, obbligatorio quando siano superati due esercizi consecutivi e due limiti dei seguenti punti:
- Totale dell’attivo dello stato patrimoniale di 110.000 euro
- Ricavi, vendite e proventi di 220.000 euro
- Dipendenti occupati, durante l’esercizio, in media di cinque unità
- L’ETS è fondazione del Terzo settore
- Sono stati costituiti patrimoni destinati ai sensi dell’articolo 10 del codice del Terzo settore
All’organo di controllo può essere affidata anche la revisione legale, nei casi in cui:
- Totale dell’attivo dello stato patrimoniale di 1.100.000,00 euro
- Ricavi, proventi e rendite di 2.200.000,00 euro
- Media di 12 dipendenti occupati durante l’esercizio
Leggi anche: Registro unico nazionale del Terzo settore: cosa significa e come