Ci sono cose che rovinano la cultura. Cose astratte, come la mancanza di educazione alle arti o anche la mancanza di stimoli sociali che diano alla cultura il giusto rilievo che dovrebbe ricoprire oggi. Poi ci sono cose molto più banali e concrete che danneggiano la cultura, in questo caso l’inciviltà di un turista austriaco. A comunicarcelo è Vittorio Sgarbi con un post su Facebook. La scultura danneggiata è la Paolina Borghese di Antonio Canova, in particolare il gesso originale eseguito nei primi dell’800, e dal 1829 al museo Canova di Possagno in provincia di Treviso, che è anche una gipsoteca (dal greco “raccolta di gessi”).
Il danno alla statua del Canova
Un dito spezzato e altre due lesionate, il tutto per farsi un selfie, selfie che ha richiesto a quanto pare la necessità di appoggiarsi sui piedi della statua. Il “vandalo” verrà identificato poche ore dopo dalle telecamere di sicurezza e della prenotazione del biglietto online. Un turista austriaco, che si era già allontanato da Treviso forse ignaro del danno arrecato all’opera del Canova, è stato identificato dai carabinieri della stazione di Pieve del Grappa. Una statua che è sopravvissuta (anche se gravemente danneggiata) ai bombardamenti della battaglia del Monte Grappa del dicembre del 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, e che oggi si vede “colpita” da un altro tipo di attacco.
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L’ira di Sgarbi e la necessità di maggiore responsabilità
A far partire l’indagine è stato il deputato del gruppo misto nonché critico d’arte Vittorio Sgarbi. Il parlamentare ha invitato chi di dovere a infliggere una “pena esemplare” al “barbaro visigoto”, riaccendendo una discussione sempre attuale come quella intorno alla tutela del nostro patrimonio storico-culturale e della sicurezza che dovrebbe caratterizzare tali opere. Non bisogna scordare che come prima barriera di difesa abbiamo sempre l’educazione civica personale e il rispetto verso queste ricchezze culturali. La statua del Canova, come altre decine di migliaia di opere e manufatti, appartiene al bene collettivo e alla memoria storica di una società, e in quanto tale andrebbe tutelata in tutti i modi possibili. Ma se alla base non c’è il senso civico di ognuno di noi e poi dell’intera comunità, c’è poco da fare, perché la ricchezza artistica è responsabilità di tutti. Come ha detto anche il sindaco di Possagno Valerio Favero:
Contro gli incivili nessuna misura può veramente salvare le opere d’arte. Il museo ha tutte le norme di sicurezza necessarie per garantire i nostri capolavori. E noi per primi teniamo al loro stato di conservazione. Inscatolare le sculture del Canova non è la soluzione: il visitatore perderebbe completamente l’emozione delle linee dei giochi di luce. Questo immenso patrimonio deve rimanere fruibile in maniera diretta.