Stefano Tacconi è guarito dopo l’aneurisma: “Ora sto bene, ho pensato di essere immortale”

Stefano Tacconi parla a Verissimo dopo l'aneurisma che l'ha colpito: "Non riuscivo a camminare. La mia famiglia, la fede e i tifosi non mi hanno mai abbandonato".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Stefano Tacconi, l’ex portiere della Juventus, parla per la prima volta a Verissimo della sua malattia. Era l’aprile del 2022 quando un aneurisma celebrale lo ha colpito, durante il compleanno di sua moglie.

Da Silvia Toffanin ha rivelato: “Stavo male quel giorno ma non avevo capito quanto fosse grave. Pensavo di essere immortale. Ora torno in ospedale due volte a settimana per i controlli e faccio sempre palestra”.

Stefano Tacconi si racconta in tv dopo l’aneurisma: “Mi sentivo strano in quei giorni”

“L’abbiamo passata brutta, c’è sempre qualcosa di inaspettato”. Stefano Tacconi ha fatto il suo ingresso a Verissimo in sedia a rotelle e accompagnato da suo figlio Andrea, che lo ha assistito durante la malattia. Il pubblico li ha accolti con un fragoroso applauso, pieno di stima e di gioia dopo averlo rivisto. Ecco cosa ha rivelato:

Erano due o tre giorni che sentivo che qualcosa non andava bene, mal di testa, stanchezza, ero andato in giro per chilometri e chilometri.

Non pensavo che fosse qualcosa che avevo in testa, era il 23 aprile, un giorno speciale, il compleanno di Laura (con cui è sposato dal 2011).

Stefano Tacconi, il racconto del figlio Andrea: “Ho chiamato immediatamente i soccorsi”

Andrea Tacconi ha raccontato il suo punto di vista sull’aneurisma che ha colpito suo padre Stefano:

Quella mattina papà era pallido, ma pensavo fosse un semplice mal di testa.

Scesi dalla macchina, è subito caduto e io l’ho preso al volo.

Aveva le convulsioni e l’ho girato su un fianco per farlo respirare bene.

Preoccupato, ha chiamato subito i soccorsi: “Per fortuna sono arrivati in 5 minuti. In questi casi il tempismo è tutto”. Dopo quest’episodio, Stefano Tacconi è stato ricoverato in ospedale.

Stefano Tacconi ricorda i primi tempi in ospedale: “Non parlavo e non riuscivo a muovermi”

Dopo il malore e dopo essere stato soccorso subito da suo figlio Andrea, Stefano Tacconi è corso in ospedale, in cui ha trascorso molto tempo anche per fare la riabilitazione:

Dei primi tempi non ricordo niente, perché ero in coma, ma ricordo la fatica che ho fatto, perché la riabilitazione è stata molto dura.

In ospedale sono stato un paziente difficile.

Ho avuto la tracheotomia e sono stato intubato, non mi muovevo e non parlavo. Nonostante io sia un ex atleta ho sofferto e spesso cadevo.

Da 25 anni non toccavo una palestra e ho dovuto ricominciare da capo a camminare e parlare.

La fisioterapia mi ha aiutato tantissimo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto lavorare per 4 mesi.

Stefano Tacconi, la vicinanza della famiglia e il ruolo della fede durante la malattia

Stefano Tacconi è circondato dall’affetto della sua famiglia:

Mi dicono tutti che devo stare attento, perché l’emorragia può tornare e io non sto mai fermo, ho sempre bisogno di muovermi.

La mia famiglia è la mia squadra. In questo periodo me li sono goduti tutti.

Ma non solo la famiglia. Tacconi si è affidato alla fede, in particolare a Padre Pio:

Noi in famiglia siamo devoti a Padre Pio da sempre e mia moglie non appena potevo mi portava a pregare nel santuario del Santo.

Il medico una volta le ha detto: “Preghi questa notte perché non so se arriva a domattina”. Ma lei ha resistito, e mi assiste e mi cura.

Stefano Tacconi e l’amore dei tifosi: “Neanche loro mi hanno mai lasciato solo”

Stefano Tacconi è ora tornato a casa, e non solo la famiglia e la fede gli sono stati vicino: Anche i tifosi mi sono stati accanto. Non mi hanno mai abbandonato, sono venuti fuori l’ospedale con gli striscioni. Adesso sono qui, questo è quello che conta”.

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