Chi è Paola Del Din, simbolo di resistenza e coraggio

Paola Del Din, simbolo della Resistenza italiana, è stata la prima paracadutista donna, portando coraggio e determinazione nella lotta per la libertà.

Maria Ida Romeo
Maria Ida Romeo
Nata nel 2000, studiosa di giornalismo e amante del teatro, fa della comicità il suo sguardo sulla realtà. Sempre in bilico tra carta e scena, crede che le storie migliori nascano dagli imprevisti.
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Paola Del Din è stata la prima paracadutista italiana che ha compiuto un lancio durante la Seconda guerra mondiale. Oggi è l’unica Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza ancora in vita.

Re Carlo III l’ha menzionata nel discorso al Parlamento italiano, ieri 9 aprile, come simbolo partigiano e come persona che ha combattuto duramente per la propria nazione. Il Re afferma:

Ricordiamo anche le terribili sofferenze della popolazione civile italiana, così come l’eroismo della Resistenza, inclusa Paola Del Din, addestrata dallo Special Operations Executive e lanciata con il paracadute per compiere la sua missione a sostegno degli Alleati, ottant’anni fa.

So che in questo giorno stiamo tutti pensando a Paola, che ora ha 101 anni, e rendiamo omaggio al suo coraggio.

Vediamo insieme chi è Paola Del Din e perché il suo operato è stato fondamentale per l’Italia.

Chi è Paola Del Din

Paola Del Din nasce a Pieve di Cadore il 22 agosto del 1923. Ora ha quasi 102 anni ed è l’emblema della Resistenza italiana.

Si laurea in Lettere all’Università di Padova e, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, entra a far parte della Resistenza insieme al fratello maggiore Renato. Dopo pochi mesi, il fratello muore durante un’operazione militare a Tolmezzo e, da quel momento, lei assume come nome di battaglia “Renata”.

Rientra nella Brigata Osoppo e si distingue sin da subito per il coraggio e l’impegno. È una delle ultime testimoni delle operazioni svolte dietro le linee nemiche dai servizi segreti britannici, e per il suo lavoro viene ricordata come uno degli “Angeli italiani di Churcill”.

Addestrata dallo Special Operations Executive (SOE), il servizio segreto britannico creato per le operazioni clandestine, viene lanciata con il paracadute durante la missione Bigelow in Friuli.

Questa non è l’unica azione rischiosa: già nel 1944, prima di essere ufficialmente arruolata nel SOE, viene incaricata dalla Brigata Osoppo e dal maggiore britannico Manfred Czernin di superare la linea del fronte e consegnare dei documenti top secret al comando alleato a Firenze.

Il momento in cui Paola Del Din diventa paracadutista è raccontato sul sito dell’ANPI, dove sono ricostruite le tappe fondamentali della sua attività nella Resistenza:

Una volta nell’Italia liberata, la ragazza chiede di frequentare un corso per paracadutisti, per poter tornare più facilmente al Nord, ancora occupato dai nazifascisti.

La sua determinazione è tale che viene accontentata e addestrata a San Vito dei Normanni.

“Renata” prende parte ad undici voli di guerra. Chiede e ottiene che gli inglesi liberino e facciano tornare in Italia il padre Prospero, ufficiale degli alpini prigioniero in India.

Alla vigilia della Liberazione si fa portare in aereo su una zona del Friuli, dove deve prendere contatto con una Missione alleata; tocca terra in malo modo, si frattura una caviglia, ma riesce faticosamente a raggiungere i partigiani e a consegnare a chi di dovere i documenti che ha con sé.

Negli ultimi giorni della guerra di liberazione, ancora claudicante, Paola Del Din attraversa a più riprese le linee di combattimento, per portare messaggi ai reparti alleati in avanzata.

Dopo la Liberazione, vinta una borsa di studio, se ne va negli Stati Uniti.

In America consegue il titolo di “Master of Arts” all’Università di Pennsylvania e, una volta tornata in Italia, inizia a insegnare nelle scuole medie.

Nel 1957 le viene conferita la più alta onorificenza militare italiana, accompagnata da una spiegazione che recita:

Bellissima figura di partigiana, seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile ardimento i compiti affidatile, dimostrando sempre elevato spirito di sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà.

La sua vita in questi anni

Paola Del Din non ha mai smesso di partecipare attivamente alla vita pubblica. Giunta alla soglia degli ottant’anni, nel 2002, a Milano, ha l’onore di fare da madrina agli allievi del corso “Ferrari II” della Scuola Militare “Theulié”.

Nel febbraio del 2007 viene riconfermata presidente nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà e prende parte con regolarità a cerimonie militari e iniziative legate alla memoria della Resistenza.

Nel 2023, compiuti 100 anni, riceve gli auguri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Re Carlo III, tramite l’ambasciatore britannico in Italia, Edward Llewellyn.

Il nome di Paola Del Din viene spesso ricordato in concomitanza del 25 aprile, Giorno della Liberazione, come simbolo di coraggio e dedizione alla nazione. È grazie a lei, e a tanti altri uomini e donne che hanno scelto di opporsi all’oppressione e al fascismo, se oggi viviamo in un Paese libero e democratico.

Leggi anche: Addio al Partigiano Peppe, ultimo reduce di Fossano

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