Nel tentativo di incrementare l’attuale percentuale di donne presenti nell’esercito, pari solo allo 0,9%, la Svizzera adotta una svolta strategica e finalmente concede alle sue soldatesse di indossare biancheria intima femminile.
Marianne Binder, membro del Consiglio Nazionale Svizzero, sostiene che fornire alle soldatesse l’intimo appropriato, orientato alle esigenze delle donne, potrebbe incrementare il reclutamento delle leve femminili nell’esercito svizzero. Mossa peraltro molto incoraggiata dal governo che spera di arrivare a quota 10% di donne arruolate entro il 2030.
Secondo quanto riferito dalla BBC, il processo avrà inizio nel mese di aprile e vedrà l’esercito svizzero fornire alle donne due set di biancheria intima: uno corto per l’estate e uno lungo per l’inverno.
Kaj-Gunnar Sievert, portavoce ufficiale dell’esercito svizzero, ha affermato come l’abbigliamento militare adottato dal Paese sia diventato ormai antiquato. Risalgono, infatti, alla metà degli anni ’80 le uniformi introdotte per la prima volta dall’esercito svizzero e ancora oggi alla base dell’attuale sistema.
Svizzera, è importante l’inclusione delle donne nell’esercito

Ad abbracciare in pieno questa iniziativa è Viola Amherd, Ministro della Difesa in Svizzera, che in precedenza aveva già ribadito l’importanza dell’inclusione delle donne nell’esercito, sottolineando come, tra gli obiettivi primari delle forze armate, debba esserci anche quello di reclutare più donne.
Secondo il Ministro, inoltre, per permettere una migliore integrazione delle donne nell’esercito, è necessaria la conciliazione tra servizio militare, lavoro e famiglia.
Sicuramente la novità introdotta rappresenta un gran vantaggio per le reclute femminili, che dal 2004 hanno sempre risposto agli stessi obblighi dei loro corrispondenti di sesso maschile, tra cui anche quello di indossare biancheria intima da uomo, troppo larga e poco adatta alle mansioni, soprattutto quando anche alle donne viene richiesto di strisciare sul terreno accompagnate da 30 kg di zaino sulle spalle.
Leggi anche: Giappone, tacchi alti e niente occhiali in ufficio se sei donna: si scatena la polemica
di Vittoria Lolli