venerdì, 17 Gennaio 2025
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Studentati ricavati da beni confiscati alla mafia: il Consiglio dei Ministri appoggia il futuro degli universitari

Il Consiglio dei Ministri accetta la proposta di realizzare studentati dalle case confiscate agli ex boss mafiosi. La fine del progetto è prevista entro il 2026.

Studentati universitari costruiti al posto delle case degli ex boss della mafia. Questo è ciò che prevede il nuovo decreto legge sul Pnrr, il cui fine è accelerare il raggiungimento degli obiettivi del Recovery, che scadrà il 31 dicembre 2024.

Il Consiglio dei Ministri ha, infatti, accettato le misure per l’accelerazione della costruzione di posti alloggio e residenze universitarie, tra cui rientrano proprio le procedure semplificate per destinare i beni sequestrati alla criminalità organizzata alla costruzione di studentati.

Cosa prevede il decreto?

Il decreto prevede che i beni confiscati alla criminalità organizzata vengano destinati alla costruzione di studentati. La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha commentato così l’iniziativa: “Spazi un tempo segnati dall’illegalità diventano luoghi di studio, crescita e speranza per le nuove generazioni“. Si tratta di un segno di legalità e di attenzione nei confronti del futuro degli studenti.

L’obiettivo del Pnrr è di garantire 60mila nuovi posti letto agli universitari, il prima possibile, applicando procedure urbanistico-edilizie semplificate. La Ministra Bernini ha già ottenuto l’approvazione per realizzare l’impresa, grazie alla collaborazione con l’Agenzia di Demiano.

Leggi anche: Caro affitti, studenti in tenda alla Sapienza: “Avere casa a Roma è diventato un privilegio per pochi”

La collaborazione con l’Agenzia del Demiano

L’iniziativa prevede la collaborazione con l’Agenzia del Demiano, l’Ente Pubblico Economico che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato. L’Agenzia, dunque, si occuperà della progettazione e del monitoraggio dei lavori di realizzazione degli alloggi. In questo modo, i tempi di costruzione dei posti letto saranno più brevi.  

L’accordo tra il Miur e l’Agenzia del Demiano è stato siglato il 30 novembre 2023, con il fine di trovare degli edifici del patrimonio pubblico che potessero essere adibiti a residenze per gli studenti. In questo modo, è stata favorita la collaborazione tra università ed enti territoriali. Inizialmente, gli edifici presi in considerazione erano ex caserme ed ex ospedali, come l’ex caserma IV Novembre di Monza, dove si prevede la realizzazione di due palazzine contenenti 500 posti letto, mense e sale studio.

Leggi anche: Caro affitti, torna la protesta delle tende: “Misure urgenti per rimanere a studiare in Italia”

Perché beni confiscati alla mafia?

Secondo una ricerca condotta da lavialibera, il progetto editoriale dell’organizzazione non profit Libera, nel database dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc), lo Stato ha recuperato, nelle città italiane che ospitano gli atenei, molti appartamenti o interi edifici, da cedere agli studenti universitari.

Riutilizzando immobili sottratti a ex boss mafiosi si viene a superare la complessità dell’operazione di costruzione totale degli edifici. La Ministra Bernini, infatti, aveva espresso, rispetto all’iniziativa, le difficoltà nella ricerca di enti pubblici o privati che accettassero di farsi carico dell’operazione:

Spiace dover constatare che la risposta da parte del settore pubblico – atenei, regioni, comuni – è stata veramente debole, poco più dell’1 per cento, quindi quasi inesistente.

Per questo motivi, Bernini aveva promosso in tutta Italia il bando relativo al progetto, per far conoscere i vantaggi economici, sociali e di rigenerazione urbana che le case universitarie apportano alla società. Per incentivare gli enti, sia pubblici che privati, a prendere parte all’iniziativa, che prevede la costruzione di 60mila posti letto entro il 2026, la Ministra ha affermato:

I nostri ragazzi, capaci e meritevoli, hanno bisogno di alloggi, di case, non di alberghi a cinque stelle, perché quella casa costituirà la base per poter vivere serenamente la loro esperienza universitaria.

Le spese degli universitari in Italia

L’Unione degli universitari (Udu), la confederazione di associazioni studentesche, cura “Emergenza fuorisede”, un’indagine sulle condizioni in cui vivono gli studenti fuorisede in Italia. I problemi principali riscontrati in seguito a tale ricerca sono relativi al costo eccessivo degli affitti delle camere e alla difficoltà di accedere agli alloggi.

Per quanto riguarda le spese che ogni studente universitario deve sostenere durante l’anno, i principali limiti riguardano gli affitti delle camere, singole o doppie, troppo alti, a cui si aggiungono bollette e spese condominiali. Proprio per questo motivo, molte persone abbandonano l’idea di studiare in una città diversa da quella in cui si è nati. Accanto a questo problema si pone anche la difficoltà di trovare un posto letto, siccome spesso si può cadere in annunci falsi oppure condizioni troppo restrittive. Un esempio è il caso di affittare stanze solo a studentesse o di richiesta di garanzie economiche contrattuali ai genitori dei futuri inquilini.

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