venerdì, 17 Gennaio 2025
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“Scusate, ho fallito negli studi”: un’altra giovane universitaria si toglie la vita

I Carabinieri hanno trovato accanto al corpo della 19enne un biglietto che rende evidente come questo non sia altro che l'ennesimo caso di "suicidio accademico”.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.

Studentessa trovata morta all’università Iulm di Milano. Il corpo della giovane, 19 anni, è stato rinvenuto all’alba di oggi dal custode, che ha lanciato l’allarme. La ragazza era nell’edificio 5, su via Santander, ed è stata ritrovata chiusa all’interno di un bagno con una sciarpa attorno al collo. Evidenza, questa, che assieme alla mancanza di segni di violenza sul corpo ha confermato l’ipotesi del suicidio.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, che hanno constatato il decesso della ragazza, e i Carabinieri per le indagini, mentre la Scientifica sta svolgendo tutti i rilievi del caso.

L’università Iulm, in lutto, ha comunicato la sospensione delle lezioni per la giornata di oggi, esprimendo “il proprio attonito dolore di fronte a una tragedia di una giovane vita spezzata” e manifestando “il proprio cordoglio alla famiglia, agli amici, ai compagni della vittima, confidando che la magistratura e gli organi inquirenti facciano quanto prima chiarezza sul decesso”, augurandosi pure che “nessuno voglia trasformare una simile tragedia in un’ulteriore occasione di spettacolarizzazione del dolore”.

Studentessa trovata morta alla Iulm: il biglietto in cui spiega i motivi del gesto estremo

Studentessa trovata morta all’università Iulm: la giovane è stata identificata dai Carabinieri. Si tratta di una ragazza nata nel 2003 a Milano, ma di origini straniere (probabilmente sudamericane), che era iscritta alla facoltà di Arti e turismo. I Carabinieri hanno trovato accanto al corpo della 19enne un biglietto che rende evidente come questo non sia altro che l’ennesimo caso di “suicidio accademico”.

All’interno della lettera, infatti, la giovane ha spiegato i motivi del gesto estremo e, nel chiedere scusa per ciò che stava facendo, ha fatto riferimento a “fallimenti personali e nello studio”. Gli inquirenti non hanno dubbi sulla volontarietà del gesto, anche se adesso l’obiettivo è rintracciare gli amici della vittima per avere un quadro più completo della situazione.

Nel frattempo, sono stati ascoltati pure i familiari della 19enne, che già ieri avrebbero effettuato una segnalazione di persona scomparsa perché non riuscivano più a mettersi in contatto con la ragazza.

Studentessa trovata morta: l’ennesimo caso di suicidio accademico

Quello della studentessa trovata morta all’università Iulm sembra a tutti gli effetti l’ennesimo caso di suicidio accademico. Ancora una volta, insomma, la stritolante pressione sociale a cui sono sottoposti molti giovani studenti ha avuto la meglio su una generazione schiacciata da ideali di successo spesso irraggiungibili, da modelli “positivi” che finiscono per creare in chi non riesce come gli altri un insopportabile senso di inadeguatezza.

Uno degli ultimi casi è stato quello di uno studente 23enne iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza a Bologna, il cui corpo è stato trovato senza vita nelle acque di un fiume. Il ragazzo aveva detto a tutti che stava per laurearsi, ma non era vero. E ancora lo scorso luglio un altro suicidio, quello di uno studente iscritto alla facoltà di Medicina in lingua inglese a Pavia, che si è tolto la vita per paura di perdere la borsa di studio.

A luglio 2021, invece, il caso di Antonio C., studente di 25 anni, che si è lasciato cadere dai piani alti dell’edificio della Facoltà di Lettere dell’Università Federico II di Napoli. O ancora la vicenda di Giada, una studentessa di Scienze Naturali di 26 anni che il 9 aprile 2018 si è uccisa lanciandosi dal tetto di Monte Sant’Angelo, uno degli edifici del complesso universitario della Federico II di Napoli, la stessa università in cui studiava anche Antonio.

Tutti casi, questi, che dimostrano come lo studio non dovrebbe mai essere una gara a chi si laurea più in fretta, ma un’occasione di crescita, di formazione, un percorso personale che ognuno affronta a suo modo e con i propri tempi. Non certo un mezzo per soddisfare le aspettative di tutti. Sicuramente non un motivo per uccidersi.

Leggi anche: Dall’università alla società della performance, quanto è nociva la competizione?

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Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.

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