10 Giugno 1981. Una data che il nostro Paese non dimentica facilmente. 39 anni fa una tragedia ha sconvolto gli italiani per la prima volta in diretta tv: la morte del piccolo Alfredino Rampi caduto in pozzo a Vermicino.
La tragedia di Vermicino
Nella campagna romana verso Frascati, il 10 giugno di 39 anni fa si consumava una tragedia che sconvolse l’Italia. Il piccolo Alfredo Rampi, 6 anni, mentre tornava a casa con suo padre, cadde rovinosamente in un pozzo artesiano profondo 60 metri. La vicenda ebbe grande risalto sulla stampa e scosse profondamente l’opinione pubblica italiana, che per la prima volta seguì in diretta il lungo tentativo di soccorso. Una maratona televisiva della Rai andata in onda durante le ultime 18 ore del caso, tenne con il fiato sospeso il Paese. Sul posto anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, accorso per confortare i genitori del piccolo e i soccorritori. Solo dopo tre giorni fu recuperato il cadavere del piccolo dal pozzo che lo aveva inghiottito. Ecco le parole del giornalista Giancarlo Santalmassi durante l’edizione straordinaria del TG2 del 13 giugno 1981:
Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Ci siamo arresi, abbiamo continuato fino all’ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamente a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovremmo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazione di una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi.
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Il ricordo di Angelo Licheri
Tra i vari tentativi dei soccorritori per cercare di estrarre dal pozzo il piccolo Alfredo Rampi, far calare qualcuno con le caratteristiche fisiche idonee. Si fecero avanti volontari come Angelo Licheri, un tipografo sardo, piccolo di statura e molto magro. Una volta calato nel pozzo, a testa in giù, Licheri riuscì ad avvicinarsi al bambino per allacciargli l’imbracatura per poterlo tirare fuori dal pozzo, ma per ben tre volte l’imbracatura si aprì. Dopo altri tentativi invani, il bambino scivolò ancora più in profondità. Ecco cosa ricorda Licheri di quel momento:
Per anni ho sognato la morte con la falce e la mezza luna, mi sfidava io le dicevo, se vuoi Alfredino dovrai passare su di me. Nel pozzo, dopo l’ultimo tentativo, l’ho preso per l’indumento, ma è caduto. Alla fine ho mandato un bacio e sono salito su.
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Una tragedia che ha cambiato la cultura italiana
Ogni 10 giugno il pensiero non può che andare ad Alfredino. La sua morte ha cambiato per sempre una generazione di genitori, impauriti da quella fine assurda, ma anche la cultura di un intero Paese. Molti artisti hanno dedicato canzoni a quella morte drammatica. Spettacoli teatrali per non dimenticare quella lunga notte in cui gli italiani rimasero svegli aspettando buone notizie da Vermicino, che non arrivarono. di Catiuscia Ceccarelli