Trattato globale sulla plastica: meno produzione, più riciclo

Si è proposto un trattato globale per l'inquinamento da plastica durante la quinta sessione del Comitato negoziale intergovernativo di Busan. L'evento è iniziato il 25 novembre e terminerà l'1 dicembre.

spot_img

A Busan, in Corea del Sud, si sta discutendo la sottoscrizione di un trattato internazionale contro l’inquinamento da plastica. Il 25 novembre, infatti, è stata aperta la quinta edizione del Comitato negoziale intergovernativo per realizzare uno strumento che vincoli legalmente sull’inquinamento da plastica, prendendo in considerazione anche l’ambiente marino. L’evento terminerà l’1 dicembre.

Durante il primo giorno di negoziati, l’Intergovernmental Negotiating Committee (Inc-5) ha approvato l’utilizzo del Non-paper 3, cioè un testo informale che rappresenterà la base per facilitare le negoziazioni della settimana.

Di cosa si sta discutendo a Busan?

Il 25 novembre si è aperto a Busan, in Corea del Sud, il quinto e ultimo ciclo di negoziati finalizzati all’adozione di un trattato internazionale contro l’inquinamento da plastica. Alla conferenza partecipano 178 Paesi, riuniti per affrontare il tema della crisi ambientale, ormai dilagata in ogni angolo del pianeta.

Nello specifico, si sta discutendo di temi spigolosi, come la limitazione della produzione di plastica, il bando delle sostanze chimiche tossiche e l’imposizione di obiettivi vincolanti per ridurre i rifiuti plastici. Il diplomatico ecuadoriano Luis Vayas Valdivieso, alla guida dei negoziati, ha descritto così l’evento:

Questa conferenza è molto più di un appuntamento per mettere a punto un trattato internazionale: è l’umanità che si mobilita di fronte a una minaccia esistenziale.

Il problema della produzione di plastica

Come sostenuto dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea, rispetto agli anni 200, la produzione globale di plastica è raddoppiata, arrivando a toccare le 460 milioni di tonnellate nel 2019. Il timore è che, se non si interviene il prima possibile, questi dati possano raddoppiare nuovamente, entro il 2040.

Oltre il 90% della plastica non viene riciclato e più di 20 milioni di tonnellate di questa finiscono disperse nell’ambiente, ogni anno, spesso dopo pochi minuti di utilizzo. Si tratta di un materiale presente ovunque, ormai. Sono state trovate tracce di microplastiche, infatti, negli alimenti, nel corpo umano, nel latte materno, nel cervello e, perfino, nelle nuvole. Ciò rappresenta un grande allarme per la salute umana e gli ecosistemi.

Leggi anche: Guida al riciclaggio della plastica: tutto ciò che devi sapere

Due visioni contrapposte

La conferenza vede opporsi due fronti. Il primo è composto dalla Coalizione delle alte ambizioni (Hac), sostenuta da diversi Stati africani, europei e asiatici. Essa è a sostegno di un trattato vincolante, che si riferisca all’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione alla gestione dei rifiuti. Inoltre, questa coalizione lotta per la riduzione obbligatoria della produzione e la riprogettazione dei materiali, per favorirne il riciclo.

Dall’altra parte, ci sono i grandi produttori di petrolio, quali Arabia Saudita, Russia e Iran, che sostengono un approccio meno vincolante, che si limita al riciclo e alla gestione dei rifiuti, senza prendere in considerazione il passaggio della produzione. Soprattutto l’Arabia Saudita è interessata al discorso, in quanto maggiore esportatore di polipropilene, uno dei tipi più comuni di plastica. Per questo, sostiene l’importanza della produzione di quest’ultima, per sostenere l’economia globale.

Questi due fronti hanno realizzato, negli incontri precedenti, una bozza di trattato, risultata però poco pratica. Per risolvere la questione, dunque, Vayas Valdivieso ha proposto il Non-paper 3, un testo informale, di dimensione inferiore, che verrà posto alla base dei negoziati.

Leggi anche: Riciclo della plastica: 5 soluzioni innovative per liberarsene

Si può ridurre l’inquinamento da plastica?

Decisive saranno le posizioni di Stati Uniti e Cina, i principali produttori di plastica al mondo. I primi, inizialmente favorevoli a un approccio non vincolante, hanno di recente aperto a obiettivi globali per ridurre la produzione di plastica. L’elezione di Donald Trump come Presidente degli USA ha, però, fatto sorgere dei dubbi sulla volontà di Washington di istituire un eventuale accordo ambizioso.

Nonostante ciò, le speranze non si affievoliscono. Un recente studio pubblicato sulla rivista Science, infatti, ha sottolineato che è ancora possibile ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica, se si mettono in pratica misure d’impatto. Tra le soluzioni proposte, si evidenzia l’uso obbligatorio del 40% di plastica riciclata nei nuovi prodotti, ma anche il contenimento della produzione ai livelli del 2020 e un importante investimento nella gestione dei rifiuti.

La direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Inger Andersen, si è rivolta ai delegati, esortandoli a considerare la giustizia intergenerazionale: Non possiamo rimandare il problema, lasciandolo sulle spalle delle generazioni future. Possiamo risolverlo, ma dobbiamo agire ora“.

spot_img

Correlati

200 giorni in Antartide alla ricerca del ghiaccio più antico del mondo

Una scoperta storica per le scienze climatiche e ambientali. È stato raggiunto il punto...

Disinfettanti naturali: le mille proprietà delle erbe officinali

Le feste sono un momento magico, ma spesso anche un banco di prova per...

La Guida Touring 2025 premia i ristoranti con prodotti a km0

Nel panorama enogastronomico italiano, la sostenibilità sta assumendo un ruolo sempre più centrale: la...
spot_img