In questi tempi bui, dove molti parlano a sproposito, è rasserenante sentire per un poco le sicure parole di un vero supereroe. Parlo di Paolo Nespoli, astronauta ESA, che ho avuto il piacere di ascoltare e intervistare poco tempo fa. Fluttuando attorno al globo per TRECENTOTRE giorni, secondo astronauta europeo con più esperienza in orbita, Nespoli ha avuto ben modo di comprendere, ma soprattutto di vedere la verità. La verità, dicevo, ossia che il mondo è una sfera – o quasi: il termine tecnico è “geoide”, un pallone con delle gobbe insomma – compatta, sena confini o barriere. Siamo tutti qui, insieme, in viaggio. Come anni fa Jury Gagarin, il primo uomo nello spazio, vide che non c’era nessun Dio da lassù, ora Nespoli vede che siamo noi i nostri stessi dèi… Abbiamo la forza, la curiosità e i mezzi per andare avanti, e di resistere a quella gran forza retriva che cerca di agganciarci al passato – o addirittura, di farci tornare ancora più indietro, verso gli angoli più remoti del nostro Medio Evo. Lui, che da lassù ha osservato la bellezza placida e tondeggiante di una Terra non piatta, in un’intervista a Rai News 24 ci lascia questo monito:
“Visti dallo spazio siamo tutti sulla stessa nave in viaggio nell’universo”
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